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Sicurezza, il decreto va corretto

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Sicurezza, il decreto va corretto

AREZZO – Lavoro sicuro sì, ma in un'impresa competitiva. Questo l'appello della CNA all'indomani del varo del decreto sulla sicurezza sul lavoro che, prima della sua approvazione in parlamento, va modificato. L'associazione, infatti, punta il dito sulle sanzioni definite eccessive e chiede un'effettiva semplificazione degli oneri burocratici i quali, fa notare, impegnano le imprese più delle azioni di tutela per i lavoratori.
Prima che la normativa diventi definitivamente legge, inoltre, la CNA sottolinea la necessità di introdurre un forte sostegno istituzionale alle micro e piccole imprese per i necessari investimenti che favoriscono i progetti di prevenzione e gli adeguamenti strutturali. Sul tappeto anche la richiesta di un supporto per i lavoratori autonomi che debbono impegnarsi in azioni di autotutela. La rivisitazione e la riorganizzazione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro, il cosiddetto testo unico, hanno costituito un forte e convinto impegno della CNA sin dalle prime fasi e in particolare sin dalla legge delega 123, del 3 agosto 2007, spiega Maurizio Baldi, responsabile del comparto Costruzioni di CNA Arezzo, ma oggi il percorso va completato.
Lo schema di decreto licenziato dal consiglio dei ministri, che attende ora il parere del parlamento e della conferenza stato-regioni, propone una normativa con alcune innovazioni che riguardano la pmi: l'allargameno del campo di applicazione a tutte le figure professionali e soprattutto ai lavoratori autonomi e alle imprese familiari; maggiori responsabilità per i datori di lavoro anche al di sotto dei dieci dipendenti; un sistema sanzionatorio molto pesante per le imprese; e un fondo per sostenere la formazione dei soggetti obbligati e la pariteticità. Un mese di incontri tra le parti sociali e il governo non è bastato per condividere il complesso delle misure previste, continua Baldi, infatti, pur riconoscendo che ci troviamo in un contesto migliorativo rispetto agli infortuni sul lavoro, diminuiti negli ultimi tre anni di circa il 20% nel settore artigiano, anche grazie agli sforzi delle piccole imprese, non sono stati colti gli obiettivi più importanti che la legge delega affidava al governo. Secondo la CNA, dunque, appare oltremodo repressivo il sistema sanzionatorio e comunque non proporzionato rispetto alla effettiva responsabilità dei soggetti obbligati, oltre alla pervicace volontà di sanzionare pesantemente anche gli aspetti formali e non incidenti sulla sicurezza dei lavoratori. Un giudizio non positivo quindi, che non risparmia critiche per la mancata semplificazione a vantaggio della pmi. Punti di interesse tuttavia ci sono. Per CNA risulta sicuramente interessante, infatti, il ruolo riconosciuto alla bilateralità e alle funzioni che possono svolgere gli organismi paritetici nel miglioramento della prevenzione e della tutela dei lavoratori nelle piccole imprese. L’esperienza maturata in Provincia di Arezzo ne è la riprova, gli enti bilaterali hanno saputo fornire servizi e prestazioni, presi a modello da molte altre parti d’Italia.
Ma non basta Conclude Baldi. Alcune modifiche vanno fatte. Per evitare che venga sprecata questa occasione di migliorare la legislazione della sicurezza e per dare al paese strumenti migliori necessari a dar vita a un lavoro più sicuro e le imprese più competitive, la CNA chiederà alle commissioni parlamentari di indicare al governo quelle modifiche utili all'effettiva applicabilità della legge, ulteriori semplificazioni e un sistema sanzionatorio che favorisca un ruolo attivo dell'impresa.