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Ue a Mosca: ‘Relazioni a un bivio, Yalta è finita’

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BRUXELLES – Le relazioni Ue-Russia sono a un bivio, Mosca deve capire che Yalta è finita e che non può continuare a ragionare in termini di sfere di influenza. E' il messaggio forte e chiaro, in pieno sostegno alla Georgia, lanciato a Mosca dal vertice straordinario dei leader dei Ventisette a Bruxelles, nonostante le loro forti divisioni che certo non spariscono. Un messaggio condito dalla prima misura concreta nei confronti di Mosca. "Fino a che non si sarà attuato il ritiro delle truppe (russe) sulle posizioni anteriori al 7 agosto – si legge nella dichiarazione della presidenza francese dell'Ue – le riunioni in vista del negoziato dell'accordo di partenariato saranno rinviate".

Un monito molto chiaro a Mosca a rispettare gli impegni presi con il sì, dato il 12 agosto, al piano in sei punti proposto dal capo di Stato francese, ma anche a sancire un principio, che l'inquilino dell'Eliseo ha detto a chiare lettere: "Il ritorno alle sfere d'influenza è inaccettabile, Yalta è finita".

Perché questo è il messaggio: l'Europa chiede alla Russia di non isolarsi, ma non accetta l'occupazione russa del suolo della Georgia al di fuori delle repubbliche separatiste e quella che nella dichiarazione della presidenza viene definita "la reazione sproporzionata della Russia". E "condanna fermamente la decisione unilaterale della Russia di riconoscere l'indipendenza di Abkhazia e Ossezia del Sud" da parte di Mosca. Ogni soluzione, è il messaggio che viene da Bruxelles, "deve essere fondata sul pieno rispetto dei principi di indipendenza sovranità e integrità territoriale riconosciuto dal diritto internazionale". Il tutto con l'annuncio di una conferenza sulla Georgia e l'ipotesi di una missione Ue sul terreno, con una missione di Sarkozy a Mosca e Tbilisi l'8 settembre.

"La crisi in Georgia – si legge nelle conclusioni del summit di Bruxelles – pone le relazioni tra l'Ue e la Russia a un bivio". Per questo, dicono i 27 leader, "ci appelliamo alla Russia a fare con noi la scelta dell'interesse reciproco, dell'intesa e della cooperazione. Siamo convinti che sia il suo stesso interesse di non isolarsi". Tuttavia, avvertono i 27, "l'Unione resterà vigile, il Consiglio Europeo chiede al Consiglio (dei ministri Ue), con la Commissione, di esaminare attentamente e in profondità la situazione e le differenti dimensioni delle relazioni Ue-Russia". Una valutazione da completare "nella prospettiva del vertice (Ue-Russia) previsto per il 14 novembre a Nizza".

Un testo dunque tutto sommato abbastanza netto e duro, sul quale il presidente francese è riuscito a trovare l'assenso di tutti: "Si era detto che l'Europa è divisa e invece si è mostrata unita, tutti dicono che il piano in sei punti deve essere attuato integralmente".

Anche il premier Silvio Berlusconi è uscito con il sorriso sulle labbra dai lavori del summit. "Sono totalmente soddisfatto – ha detto il Cavaliere a Bruxelles – del risultato e dell'attività che abbiamo messo in campo. Credo di poter dire che ho un'intima serenità, perché questa situazione poteva davvero essere il detonatore di una crisi più grave che riportasse la storia indietro ai tempi della guerra fredda".

"Abbiamo superato quello che poteva essere un momento pericoloso – ha aggiunto Berlusconi – c'era il rischio che la Ue accogliesse la volontà, soprattutto dei Paesi che sono stati sottomessi all'Unione Sovietica, di chiedere sanzioni nei confronti della Federazione russa sulla base di una versione dei fatti che vede largamente colpevole la Russia rispetto alla Georgia".

Per il resto, l'Ue annuncia l'intenzione di "riunire a breve una conferenza internazionale per aiutare la ricostruzione della Georgia". Un'iniziativa che riflette sia quella italiana per una conferenza a Roma sul Caucaso, sia una analoga lanciata da Berlino. Un messaggio di chiaro sostegno a Tbilisi. "Vogliamo – ha detto Sarkozy – rafforzare i rapporti con la Georgia e sostenere la ricostruzione". Inoltre, prende corpo l'ipotesi di una missione Ue sul terreno, anche se restano da superare le reticenze della Germania che preferirebbe invece solo rafforzare la presenza di stati Ue nella missione già presente dell'Osce. Per questo i 27 hanno deciso "l'invio immediato di una missione esplorativa" per preparare una decisione a partire dal 15 settembre, quando a Bruxelles si riuniranno i ministri degli Esteri.