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Acquisti bilogici e lotta alla mafia

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Si “allarga” l’offerta del Mercatale, il mercato dei piccoli produttori biologici e di qualità delle terre aretine, presente ogni primo sabato del mese in piazza Sant’Agostino. Dal 7 marzo ci saranno anche i prodotti coltivati nei terreni confiscati alla mafia proposti da “Libera Arezzo. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”.

“Un’altra iniziativa che entra a far parte del Mercatale Campagna Aperta – sostiene l’assessore alle attività produttive del Comune di Arezzo Piero Ducci – e che rende la città di Arezzo orgogliosa di questo appuntamento mensile che è sempre più partecipato e apprezzato. La cosiddetta “filiera corta” dove i produttori locali valorizzano e distribuiscono i loro prodotti di alta qualità in un rapporto diretto con i consumatori funziona e si amplia anche con altre iniziative come questa dell’Associazione “Libera”. Da sabato prossimo avremo al Mercatale i prodotti eco-compatibili coltivati nei terreni confiscati alla mafia che hanno ritrovato la loro giusta funzione e sono stati ridestinati alla collettività”.
Nei terreni confiscati vengono infatti prodotti come olio, vino, pasta, taralli, legumi, conserve alimentari e altro realizzati dalle cooperative di giovani in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Lazio e contrassegnati dal marchio di qualità e legalità Libera Terra.
“Questi terreni – ricorda il coordinatore di Libera Francesco Romizi – sono gestiti e coltivati da cooperative di tipo B che consentono l’inserimento di soggetti svantaggiati nel mondo del lavoro. E qui si svolgono anche i campi di volontariato internazionale con giovani provenienti da ogni parte del mondo a cui hanno partecipato anche molti aretini. Proponiamo quindi prodotti ecocompatibili che hanno in più la “vitamina L ” cioè quella della legalità e dell’antimafia sociale”.
"Libera” è nata ad Arezzo nel 2006 per sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia: è sostenuta dall’Arci e ne fanno parte numerose associazioni tra cui Legambiente, realtà di base e semplici cittadini.
“La decisione di introdurre al Mercatale i prodotti di Libera – conferma il Presidente provinciale di Legambiente Beppe Croce – è una scelta etica finalizzata alla legalità e anche alla lotta alle ecomafie. C’è uno stretto rapporto tra mafia e ambiente: l’inquinamento dei terreni e le sofisticazioni alimentari sono spesso in mano alla malavita organizzata. Strappare i terreni alla mafia è quindi anche una maggiore garanzia di salubrità per i cittadini”.