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Ad Arezzo un convegno per parlare di anziani e benessere

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Ad Arezzo un convegno per parlare di anziani e benessere
Anziani

AREZZO – L’elisir di lunga vita. O, più semplicemente, il segreto per stare bene anche quando l’età avanza. È questo il tema del convegno che si svolgerà ad Arezzo sabato 19 settembre dalle ore 10 presso il palazzo della Provincia.

Ideato dalla 50Πù Fenacom, l’associazione a cui appartengono gli over 50 di Confcommercio, con il patrocinio della Provincia di Arezzo, il convegno intende promuovere tra gli anziani, ma non solo, una corretta cultura del benessere. Che non si lega solo alle condizioni di salute del corpo o della mente, ma anche, e a volte soprattutto, alla qualità delle relazioni con gli altri, alla capacità di restare attivi e coinvolti nella vita quotidiana.

Tra i relatori che interverranno all’appuntamento, aperto alla cittadinanza, figurano noti esperti come il dottor Mario Felici, responsabile dell’U. O. Geriatria della Asl 8 di Arezzo, il neurologo Saverio Luzzi e il presidente nazionale dell’Università 50Πù Giuseppe Ecca.

“La vecchiaia non è una malattia e quando si sta bene si può avere una vita piena e soddisfacente a qualsiasi età – sottolinea il presidente provinciale della 50Πù Fenacom Giuseppe Cuseri, ottanta anni portati con fierezza – per questo, vogliamo sensibilizzare tutti, anche i più giovani, a mettere in pratica ogni giorno quelle semplici regole che aiutano a conservare la freschezza del corpo e della mente. Dall’alimentazione all’attività fisica passando per la cura delle relazioni, gli hobbies, la curiosità intellettuale”.

Oggi le aspettative di vita in Italia sono tra le più alte: 81 anni, a fronte di una media di 65,8 nel mondo e di 70 nei paesi sviluppati. “Purtroppo da noi il tasso di occupazione della popolazione fra i 54 e i 64 anni è tra i più bassi d’Europa, poco più del 30%” dice Cuseri “ma un anziano senza impegni e responsabilità anche extrafamiliari è uno spreco per sé e per la società intera. Le istituzioni dovrebbero sostenere di più chi vuole mantenersi attivo dopo la pensione: penso a sgravi fiscali per l’accumulo di reddito e pensione, ma anche a banche dati di pensionati che vogliono mettere il proprio sapere professionale a disposizione delle nuove generazioni” ”.

Secondo Cuseri, “non si può scaricare sui giovani il deficit pensionistico e i costi sanitari della nazione. Valorizzare la forza attiva della terza età serve a ridistribuire in maniera più equa le responsabilità tra le generazioni, rispondendo alle esigenze di una popolazione anziana in continua crescita”.