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Afghanistan, Berlino giustifica il raid di Kunduz

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KUNDUZ – Dolore e polemiche in Afghanistan all'indomani del bombardamento aereo dell'Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza guidata dalla Nato, nella provincia di Kunduz. Centinaia di abitanti dei cinque villaggi dell'area Ormakhel, nel distretto di Chardarah, si sono riuniti oggi per piangere le vittime civili che, secondo testimoni locali, sono oltre 100.

E mentre la Nato, il governo afghano e l'Onu hanno avviato un'inchiesta per determinare le dinamiche del raid ordinato dal comando tedesco, e condotto dai caccia statunitensi, Berlino fa quadrato e torna a difendere la propria decisione. Le cisterne cariche di gasolio sequestrate dai talebani erano "una grave minaccia per i soldati tedeschi" dispiegati nella provincia di Kunduz, ha detto il ministro della Difesa tedesco, Franz Josef Jung.

"I talebani hanno annunciato attentati contro i nostri soldati prima delle elezioni" politiche in Germania del prossimo 27 settembre, ha aggiunto il ministro alla televisione Ard, replicando a chi sta criticando i modi ed i tempi dell'attacco. Critiche che oggi sono state espresse apertamente dal ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, che ha definito "un grande errore" il raid sottolineando che "dobbiamo aiutare gli afghani non bombardarli". Critico anche il ministro del Lussemburgo, Jean Asselborn che ha parlato di "azione che non si sarebbe dovuta mai compiere".

Ma se il ministero della Difesa tedesco sostiene che nel raid sono stati uccisi oltre 50 insorti e che non ci sono state vittime civili, diversa è la versione dei testimoni locali. "Posso dire con sicurezza che 150 persone sono rimaste uccise in questi cinque villaggi" ha dichiarato all'agenzia tedesca Dpa Haji Abdul Rahim, capo tribale di Yaqoubi, uno dei cinque villaggi coinvolti nell'attacco. Parlando nella moschea, Rahim ha detto che suo figlio e due suoi nipoti sono tra le vittime ed altre 50 persone sono rimaste ferite.

I giornalisti della Dpa hanno raccontato di aver contato a Yaqoubi e Maulawi Nahim circa 60 tombe appena scavate, mentre i residenti affermano che altre 80 persone sono state uccise negli altri tre piccoli centri abitati: Haji Amanullah, Rahmatbay e Zadran.

Haji Mohayodin, un altro leader tribale di Yaqoubi, ammette che vi erano anche dei talebani tra le vittime, ma insiste nel dire che la maggior parte degli uccisi erano civili che erano accorsi verso le cisterne sequestrate per raccogliere, con ogni tipo di recipiente disponibile, il gasolio che i talebani stavano regalando dopo che la cisterna si era impantanata nel fango di un torrente. "La nostra gente è senza lavoro e povera – ha detto affermando che anche suo figlio è rimasto ucciso nel bombardamento – così tutti sono accorsi alle cisterne per poter raccogliere più gasolio possibile". Tra le persone raccolte in preghiera in moschea, vi era anche Gul Rahim un ragazzo di 14 anni che ha detto di aver perso il padre e due fratelli maggiori nell'attacco.

Intanto non si è fatta attendere la prima rappresaglia. Questa mattina un ordigno posto sul ciglio della strada è esploso nell'area di Bagh-e-Millie sull'autostrada Kunduz-Takha ferendo tre soldati tedeschi in modo abbastanza lieve. Secondo altre fonti l'attacco contro i militari tedeschi è stato un attentato suicida. Il governatore della provincia, Mohammed Omar, infatti ha detto che l'attentatore si è lanciato a bordo di una macchina carica d'esplosivo contro il veicolo tedesco, ferendo i tre militari. E dai talebani è arrivata la rivendicazione dell'attacco che non avrebbe fatto vittime civili.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign