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Afghanistan, monito di Obama al governo Karzai

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WASHINGTON – L'impegno degli Stati Uniti in Afghanistan non è "a tempo indeterminato". Il presidente Usa Barack Obama al termine del Consiglio di Guerra convocato per organizzare una nuova strategia per l'Afghanistan, ha lanciato un chiaro avvertimento al presidente Hamid Karzai e al suo governo.

Fonti dell'amministrazione, riferiscono che Obama vuole che sia chiarito "come e quando le truppe americane passeranno le loro responsabilità al governo afghano". Punti importanti sono anche i tempi della permanenza delle truppe americane in zone di di guerra e "i crescenti interrogativi sulla credibilita' del governo afghano". All'esame del consiglio di guerra vi erano quattro opzioni per la futura strategia per l'Afghanistan, con previsioni d'invio di nuove truppe fra i 20mila e i 40mila uomini.

Obama dunque non ha deciso se inviare altre truppe in Afghanistan e starebbe considerando le forti riserve che arrivano dall'ambasciatore degli Stati Uniti a Kabul, Karl Eikenberry. Il diplomatico ha infatti scritto alla Casa Bianca per esprimere la sua "profonda preoccupazione" per l'eventuale invio di altri migliaia di soldati Usa nel Paese prima che il governo di Karzai dimostri la volontà di affrontare la corruzione e la cattiva gestione che hanno contribuito alla ripresa dell'offensiva talebana.

Secondo quanto ha rivelato il 'Washington Post', le preoccupazioni del diplomatico sono state espresse in due cablogrammi riservati inviati a Washington la settimana scorsa. L'intervento di Eikenberry assume particolare rilevanza anche perché l'ambasciatore è un generale a quattro stelle a riposo, che ha comandato le truppe americane in Afghanistan fra il 2006 e il 2007. Secondo il 'Post', i suoi memorandum "illustrano la difficoltà di prendere una decisione" sull'aumento delle truppe e "le sempre più profonde divisioni" sulla questione all'interno dell'amministrazione Obama.

Anche il segretario di stato americano Hillary Clinton ha esortato oggi il governo afghano a un serio impegno contro la corruzione e ad "accettare maggiori responsabilità per la sua difesa". Giunta in visita a Manila, la Clinton non ha voluto commentare la notizia che l'ambasciatore americano a Kabul avrebbe espresso riserve all'invio di nuove truppe fino a quando non vi saranno miglioramenti nella governance. Tuttavia le sue parole hanno sottolineato lo scontento di Washington verso il governo Karzai.

"Vogliamo trovare misure di responsabilizzazione e trasparenza che dimostrino il chiaro impegno per la governance e i risultati che merita il popolo afghano", ha affermato il segretario di Stato. "La questione della corruzione – ha avvertito la Clinton – va dritta al cuore del punto se il popolo dell'Afghansitan sente che il governo è al suo fianco". Gli Stati uniti, ha proseguito, vogliono essere certi che l'assistenza allo sviluppo fornita all'Afghanistan vada "dove dove deve andare".

Da parte sua, il ministro afghano della Difesa, generale Abdul Rahim Wardak, ha previsto un "ritiro graduale" delle forze internazionali entro quattro o cinque anni, se verrà rafforzato l'addestramento delle forze armate locali. Tale scenario, ha aggiunto Wardak, non potrà tuttavia realizzarsi se la comunità internazionale non aiuterà l'Afghanistan ad "accelerare la crescita delle forze di sicurezza nazionale sia in quantità che qualità''.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign