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Alla Casa Bianca si brinda, Obama festeggia 48 anni

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Alla Casa Bianca si brinda, Obama festeggia 48 anni

WASHINGTON – Primo compleanno alla Casa Bianca per Barack Obama (nella foto). Il primo presidente afroamericano nella storia degli Stati Uniti festeggerà 48 anni martedì senza avere però ricevuto il regalo che più di tutti avrebbe gradito: il passaggio al Congresso della riforma sanitaria. In cambio, con i sondaggi che continuano a non essergli favorevoli – in base all'ultimo, solo il 51% degli americani crede che il presidente porterà un "vero cambiamento"- Obama incassa i primi dati non troppo negativi sull'economia. Con il pil che nel secondo trimestre dell'anno è sceso 'appena' dell'1% – rispetto al – 6,4% dei primi tre mesi del 2009 – il presidente ha potuto permettersi di ripetere più volte negli ultimi giorni che "la recessione sta frenando" e che comincia a esserci spazio per l'ottimismo. Ciononostante, prima di partire come di consueto per il weekend a Camp David, venerdì sera ha convocato un incontro con tutti i membri della sua amministrazione per fare il punto dopo i primi sei mesi alla Casa Bianca. Non si è trattato di un vertice di crisi, si sono affrettati a spiegare i suoi consiglieri, chiarendo che "non c'era né da fare il tagliando all'amministrazione né da correggere il percorso", ma è un dato, come ha scritto nei giorni scorsi il "Washington Post", che Obama sembra aver perso "il tocco magico".

Intanto, in attesa di andare in vacanza a Martha's Vineyard – la località esclusiva del Massachusetts meta del clan Kennedy – il presidente spera almeno di aver messo a tacere le voci secondo cui non sarebbe nato nelle Hawaii, quindi in territorio degli Stati Uniti, ragione per cui la sua elezione alla Casa Bianca non sarebbe legittima. Nei giorni scorsi, su proposta di un deputato democratico eletto a Honolulu, Neil Abercrombie, la Camera ha approvato all'unanimità una mozione che, presentata con la scusa di celebrare i 50 anni dell'ingresso dell'arcipelago nell'Unione, afferma: "Il 44mo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è nato alle Hawaii". A montare la campagna contro l'illegittimità dell'elezione di Obama, una campagna lanciata già prima del voto ma che ha ripreso quota nelle ultime settimane, sono stati i cosiddetti "birthers", estremisti di destra teorici del complotto secondo cui il presidente non sarebbe nato in territorio americano. A riprova della loro tesi citano la circostanza per cui negli archivi comunali di Honolulu non esiste un certificato di nascita originale di Barack Hussein Obama, ma solo un documento elettronico che, a loro dire, sarebbe falso.

La Casa Bianca definisce "un nonsense" la teoria dei "birthers", ma è un dato che la loro campagna stia facendo presa sui conservatori americani. Al punto che da un sondaggio condotto da "The Politico" nei giorni scorsi è emerso che il 28% dei repubblicani non crede che Obama sia nato a Honolulu, mentre il 30% esprime seri dubbi su questa versione. Intanto, sta per uscire in libreria un volume sulla sua 'odissea politica' e su come il suo team abbia creato le condizioni per un risultato che ha sorpreso tutti, a partire dallo stesso candidato. Si intitola "La battaglia per America 2008: la storia di un'elezione straordinaria", scritta da due giornalisti del "Washington Post", Dan Balz e Haynes Johnson, che per il loro libro hanno intervistato l'ancora senatore di Chicago e presidente eletto nel dicembre scorso. "Penso che tutta l'elezione sia stata un romanzo", ha detto Obama ai due reporter, dicendosi convinto di "non essere stato il personaggio più interessante di una campagna elettorale" in cui ci sono stati John Edwards e Mike Huckabee, e poi Sarah Palin e 'Joe l'idraulico', il reverendo Wright e Bill Ayers, tutti parte di una "fetta molto affascinante" del mainstream americano.

Articlolo scritto da: Adnkronos