Home Cronaca Altre due donne accusano Bianchini

Altre due donne accusano Bianchini

0
Altre due donne accusano Bianchini
Donna

Roma – Altre due vittime di tentati abusi da parte dello stupratore seriale hanno riconosciuto Luca Bianchini. Le due donne avevano già collaborato con la polizia per l'elaborazione dell'identikit e avrebbero ora riconosciuto il volto dell'insospettabile contabile di 33 anni, arrestato dalla Squadra mobile di Roma, dalle foto uscite in questi giorni sui quotidiani.

Intanto proseguono a pieno ritmo le indagini dopo le perquisizioni effettuate in casa del coordinatore del circolo Pd del Torrino, a Cinecittà. Al vaglio degli investigatori anche un filmino, girato con il cellulare, in cui l'immagine sarebbe ferma su un pavimento mentre in sottofondo si sentirebbe la voce dell'uomo, mentre ripete la parola "amore".

Nessuna traccia, invece, è stata trovata nel suo appartamento degli slip delle vittime che, secondo gli investigatori, il presunto stupratore ha portato via dopo le violenze e che potrebbe poi aver nascosto altrove.

Sotto la lente degli investigatori anche dei fogli trovati nell'abitazione di Bianchini: indicazioni relative a luoghi, forse le zone in cui il presunto stupratore era già intenzionato a colpire.

Inoltre, in un documento di tre pagine, il giudice dell'indagine preliminare Riccardo Amoroso ha ricapitolato l'iter delle indagini che hanno portato all'identificazione e all'arresto di Luca Bianchini. In primo luogo la prova del Dna, avendo ''accertato che in tutti e tre i casi di violenza sessuale il profilo genetico estrapolato dal liquido seminale rinvenuto sui reperti appartiene allo stesso uomo e che tale profilo è identico a quello estrapolato sui tamponi salivari eseguiti in data 10 luglio 2009 nei confronti di Bianchini''. Poi, le informazioni testimoniali di una ''donna vittima di una sospetta aggressione svoltasi nel garage della sua abitazione e risalente al 2005". La teste – racconta il giudice – ''aveva annotato il numero di targa dell'autovettura utilizzata dall'uomo ritenuto autore del tentativo di violenza''. Auto che risultata intestata alla madre dell'indagato. ''Le risultanze della perquisizione domiciliare hanno poi dato ulteriore supporto alla fondatezza dell'ipotesi investigativa". Amoroso parla quindi di indizi di colpevolezza ''gravi''.

Nell'ordinanza del gip si legge poi a proposito degli stupri a Roma, che "le modalità delle violenze sessuali sono state poi descritte dalle vittime in modo preciso e dettagliato e l'identità delle dinamiche avevano già indirizzato le indagini nel senso di ritenere che si trattasse di condotte riferibili ad un medesimo autore''. ''Le vittime – si legge – hanno riferito di essere state aggredite mentre erano all'interno del garage delle rispettive abitazioni, in orario notturno, al rientro a casa, da un uomo con il volto coperto da passamontagna, armato di coltello che le violentava dopo essersi inizialmente masturbato, costringendole a subire l'atto sessuale dopo averle minacciate di morte con il coltello che impugnava e dopo averle immobilizzate e legate con l'uso di nastro isolante e fascette da elettricista".

Da parte sua, "l'indagato non si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha negato l'addebito, richiedendo una ripetizione dell'esame del Dna".

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign