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Baldi ballottaggio: ‘E’ la sconfitta del gruppo dirigente del PDL’

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Baldi ballottaggio: ‘E’ la sconfitta del gruppo dirigente del PDL’

Siamo certi che la dirigenza provinciale del PDL cercerà di trasformare, a parole, questo giugno elettorale in un successo, ma la realtà è ben diversa. Il PDL aretino esce dalla tornata elettorale sconfitto e più diviso internamente. Ragionando in termini obiettivi, non si possono tacere le tante favorevoli occasioni per vincere che sono state vanificate; mentre, per quanto riguarda la vittoria del centro destra in alcuni comuni della provincia, ben pochi meriti possono essere ascritti all'attuale dirigenza che, nella maggior parte dei casi, nulla ha dovuto fare trattandosi di spontanei movimenti di coesione e aggregazione della base politica locale.
La scarsa conoscenza delle dinamiche territoriali e la distanza con la base provinciale del partito, ridotta solo nei momenti immediatamente precedenti alle elezioni, ha portato l'attuale dirigenza ha intervenire in modo del tutto impositivo, senza alcuna capacità di sintesi, in quei luoghi dove, invece, ci sarebbe stato estremo bisogno di un aiuto costruttivo in termini di mediazione politica, sociale e spesso anche personale. Alla fine il risultato è che, nonostante il traino nazionale di Berlusconi, in molti comuni dove sarebbe stato possibile vincere, non si è riusciti a sconfiggere un centrosinistra che, anche nella nostra provincia si è ritrovato diviso e debole come non mai.
Quindi, si cercherà di celebrare un risultato minimo, tacendo, invece, sul grande obiettivo che non si è stati capaci di raggiungere. Questo è accaduto in molti comuni del Valdarno, così come in Valdichiana.
La dirigenza provinciale è, purtroppo, rimasta ancorata ad un attegiamento verticistico, ben lontano dalle direttive nazionali pre-elettorali che invitavano ad un apertura verso candidature anche al di fuori del mondo dei partiti. I dirigenti locali hanno invece adottato un metodo che, purtroppo, ha nuociuto anche per le lezioni provinciali. Senza nulla togliere a Lucia Tanti, verso la quale nutriamo stima e simpatia, come già abbiamo avuto modo di dire pubblicamente all'epoca delle candidature e alla vigilia del primo turno, un candidato proveniente dalla società civile avrebbe sicuramente consentito di allargare il consenso verso il variegato mondo dell'elettorato moderato, ovvero quella porzione di voti verso cui tutti tendono. Invece, si è preferita una stizzita candidatura di partito, senza nemmeno farci mancare un poco edificante teatrino (tra ex F.I. e ex A.N.) per la candidatura alla presidenza provinciale. Tutto questo come in una sterile prova di forza tra le parti all'interno dell'attuale dirigenza provinciale del PDL, dimenticandosi che un candidato andrebbe scelto per le proprie caratteristiche di aggregare e per le potenzialità di vittoria che può esprimere.
Se poi leggiamo i numeri ci accorgiamo che gli elettori, nel medesimo giorno (quello delle europee e delle amministrative al primo turno), hanno espresso il giudizio sull'operato della dirigenza provinciale del PDL. Infatti, rispetto al dato europeo, la provincia ha perso ben 9.000 voti. Questo ha un preciso significato che è chiaro da leggere. Come chiari da leggere sono i dati relativi al ballottaggio che fotografano il quadro della situazione provinciale con cali drammatici in alcuni comuni.
Per parte nostra, sino ad oggi abbiamo taciuto per correttezza e perchè impegnati, se pur mai coinvolti, nella campagna elettorale per il centrodestra.