Home Cronaca Bugie e verità, per riconoscerle il cervello accende aree diverse

Bugie e verità, per riconoscerle il cervello accende aree diverse

0

Roma – La verita' e le bugie sono ben distinte nel cervello umano. La 'materia grigia', infatti, riconosce il vero e il falso con due diversi processi mentali e sistemi cerebrali, attivando cioe' due aree diverse. Lo ha dimostrato uno studio, realizzato con l'aiuto della risonanza magnetica funzionale, e condotto nella Facolta' di Psicologia dell'universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano in collaborazione con l'universita' di Lisbona. La ricerca e' pubblicata sulla rivista Cortex.

Studi precedenti suggerivano che i processi cerebrali di analisi di frasi, indipendentemente dal loro valore di verita', avvengono a livello della corteccia frontale inferiore, una regione ben nota per il suo coinvolgimento nell'elaborazione del linguaggio. Lo studio italo-portoghese, invece, mostra che stabilire se una frase e' vera dipende soprattutto da un processo di recupero di informazioni dalla memoria, mentre determinare se essa e' falsa attiva processi analoghi a quelli di ragionamento e soluzione di problemi.

Ai volontari che hanno preso parte allo studio e' stato chiesto di leggere, una alla volta, frasi semplici e verificabili, nelle quali un dato concetto era associato a una certa proprieta' (ad esempio 'l'aereo atterra' oppure 'la giraffa e' alta'), e di decidere se erano vere o false. Le frasi proposte sono state accuratamente bilanciate in termini di ambiguita' e difficolta', utilizzando sempre lo stesso campione di concetti e proprieta', mediante associazioni differenti, per ottenere sia frasi vere che quelle false.

I risultati dello studio hanno mostrato come l'analisi di frasi false attivi in maniera specifica le porzioni piu' anteriori della corteccia prefrontale destra, che altri studi hanno mostrato essere coinvolta in compiti di ragionamento.

Al contrario, la comprensione di frasi vere coinvolge una regione piu' posteriore, precisamente la corteccia parietale sinistra, e il nucleo caudato, uno dei gangli della base (strutture sottocorticali 'profonde' del nostro cervello), che e' noto per il suo coinvolgimento nell'elaborazione di stimoli gratificanti. Secondo gli autori – che si basano anche sulle acquisizioni della letteratura scientifica – il coinvolgimento della corteccia parietale riflette il recupero dalla memoria di dati che possano confermare la verita' della frase appena letta, mediante un processo di 'ricerca e corrispondenza' che probabilmente richiede anche la partecipazione del nucleo caudato.

"I risultati di questo studio – afferma Stefano Cappa, preside della Facolta' di Psicologia dell'universita' Vita-Salute San Raffaele e autore della ricerca – confermano la possibilita' di affrontare con i metodi delle neuroscienze problemi ritenuti di solito dominio esclusivo della riflessione filosofica, e dimostrano la possibilita' di 'leggere' quello che avviene nella mente dei soggetti analizzandone l'attivita' cerebrale".

L'utilizzo della risonanza magnetica in questo tipo di esperimento, infatti, ha consentito di mettere a confronto due modelli che in precedenza erano stati discussi solo a livello teorico, e di fornire un dato concreto, verificando quali aree del cervello si attivano specificamente. In pratica ha permesso di analizzare insieme l'attivita' cerebrale, osservata con la risonanza magnetica e con sofisticate analisi dei dati, al processo mentale sottostante.

I risultati hanno anche riflessi filosofici. Sembrerebbe che, quando le differenze tra verita' e falsita' sono chiare ed evidenti (come negli studi precedenti) ci comportiamo come relativisti, e utilizziamo un singolo processo mentale per fornire un giudizio in merito. Invece, quando potenziali fattori linguistici confondenti vengono accuratamente controllati, e le differenze tra verita' e falsita' sono molto sottili (come nello studio) aderiamo ad una posizione 'categoriale', e utilizziamo processi mentali e cerebrali qualitativamente differenti per decidere cosa e' vero e cosa e' falso.