Home Cronaca Carceri, è boom di stranieri: sono 24mila

Carceri, è boom di stranieri: sono 24mila

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ROMA – "Si deve incrementare il grado di attuazione della norma che prevede l'applicazione della misura alternativa dell'espulsione per i detenuti stranieri i quali debbano scontare una pena, anche residua, inferiore ai due anni; potere che la legge affida alla magistratura di sorveglianza". Così Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – Sappe, il primo e più rappresentativo della categoria, commenta i dati sul boom di detenuti stranieri nelle carceri italiane.

''Numeri incontrovertibili – dice -. Oggi abbiamo in Italia 65.000 detenuti: ben 24mila (il 37% del totale) sono stranieri: 4.333 sono i comunitari detenuti (3.953 gli uomini e 380 donne) mentre quelli extracomunitari sono ben 19.666 (18.827 uomini e 839 donne). In alcuni Istituti la percentuale di presenza di detenuti stranieri è davvero altissima: nella Casa Circondariale di Padova sono l'83%, al Don Soria di Alessandria il 72% come a Brescia mentre nella sarda Is Arenas Arbus sono il 73%. E buona parte dei penitenziari del Nord hanno una presenza varia che oscilla tra il 60 ed il 70%''. ''Questo accentua, per le difficoltà di comunicazione e per una serie di atteggiamenti troppo spesso aggressivi – osserva Capece – le criticità con cui quotidianamente devono confrontarsi le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria. Si pensi, ad esempio, agli atti di autolesionismo in carcere, che hanno spesso la forma di gesti plateali, distinguibili dai tentativi di suicidio in quanto le modalità di esecuzione permettono ragionevolmente di escludere la reale determinazione di porre fine alla propria vita''. ''Le motivazioni messe in evidenza – spiega Capece – sono varie: esasperazione, disagio (che si acuisce in condizioni di sovraffollamento), impatto con la natura dura e spesso violenta del carcere, insofferenza per le lentezze burocratiche, convinzione che i propri diritti non siano rispettati, voglia di uscire anche per pochi giorni, anche solo per ricevere delle cure mediche. Ecco, queste situazioni di disagio si accentuano per gli immigrati che per diversi problemi legati alla lingua e all'adattamento pongono in essere gesti dimostrativi''.

''Il Sappe – prosegue Capece- chiede dunque al Governo Berlusconi di recuperare il tempo perso su questa significativa criticità penitenziaria e di avviare rapidamente le trattative con i Paesi esteri da cui provengono i detenuti, a partire da Romania, Tunisia, Marocco, Algeria, Albania, Nigeria, affinché scontino la pena nei Paesi d'origine''. Per il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria "è fondamentale trovare accordi affinché gli stranieri scontino la pena nei Paesi d'origine. Questo, oltre a mettere un freno ad una grave emergenza, potrebbe rivelarsi un buon affare anche per le casse dello Stato, con risparmi di centinaia di milioni di euro, nonché per la sicurezza dei cittadini. Un detenuto – ricorda Capece – costa infatti in media circa 300 euro al giorno allo Stato italiano".

Articlolo scritto da: Adnkronos