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Caso Cucchi, Giovanardi chiede scusa

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Caso Cucchi, Giovanardi chiede scusa

ROMA – "Quando ci sono dei fraintendimenti, soprattutto se offendono la sensibilita' di una famiglia, e' giusto chiedere scusa". Dopo aver sollevato dure polemiche con le sue dichiarazioni di lunedì scorso, il sottosegretario Carlo Giovanardi, intervenendo nella trasmissione '28 minuti' su RadioDue, ha voluto scusarsi con la famiglia di Stefano Cucchi, il 31enne morto in circostanze poco chiare all'ospedale Pertini il 22 ottobre, dopo essere stato trasferito d'urgenza dal carcere romano di Regina Coeli.

"E' un fatto gravissimo, intollerabile -ha aggiunto Giovanardi- che per cinque giorni Stefano non sia stato curato, e' entrato in ospedale che pesava 43 chili ed e' uscito che ne pesava 36 chili, non e' stato nutrito. E la famiglia ha ragione a chiedere il motivo per cui non e' stata coinvolta".

Il sottosegretario ha quindi riferito che "come Dipartimento e come Presidenza del Consiglio siamo disposti a costituirci parte civile nel processo se dovessero emergere responsabilita' di qualche pubblico ufficiale nel corso della vicenda".

Intanto emergono "discrepanze" tra le testimonianze dei medici del carcere di Regina Coeli e quelli del Fatebenefratelli, in particolare sulle condizioni ascoltati oggi in cui si trovava Stefano Cucchi.

A riferirlo è Ignazio Marino, presidente della commissione di inchiesta sull'efficienza ed efficacia del sistema sanitario nazionale, che oggi ha ascoltato i dottori del Fatebenefratelli.

"Ci sono certamente discrepanze – ha detto Marino – tra quanto abbiamo ascoltato dai medici di Regina Coeli, che fanno riferimento a lesioni anche al volto, e quello che abbiamo ascoltato dai medici del Fatebenefratelli, che sembrano non denunciare ferite così importanti al volto". Questi ultimi, infatti, "parlano di lievi segni sottocutanei e sotto le orbite, ma non di tumefazioni e lesioni così gravi come ci era sembrato di capire".

Il senatore precisa quindi che occorrerà stabilire il motivo per cui queste ecchimosi e tumefazioni non ci fossero il giorno dopo. "Andremo avanti con la nostra indagine e non escludiamo un confronto tra i medici". Marino però non cerede all'ipotesi che le cartelle cliniche siano state "alterate": "Anche perché la cartella clinica del Regina Coeli per qualche motivo non è stata visionata da nessuno dei medici del pronto soccorso che evidentemente si sono concentrati più sulle condizioni cliniche del paziente".

Sia i documenti del carcere però che quelli del tribunale parlano di "tumefazioni ed ecchimosi". La commissione presieduta da Marino ascolterà domani anche i medici del Pertini.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign