Home Cronaca Caso Marrazzo, sniffata killer per Cafasso

Caso Marrazzo, sniffata killer per Cafasso

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ROMA – Gianguerino Cafasso forse ucciso da una dose di eroina purissima, 'mascherata' perché sembrasse cocaina. Una quantità che lo avrebbe stroncato in pochi minuti. Queste le ultime indiscrezioni sulla morte di uno dei protagonisti della vicenda Marrazzo, morto il 12 settembre scorso in un albergo di via Salaria.

Ma sarà soltanto l'esito definitivo dell'indagine tossicologica che si concluderà in settimana a fornire gli elementi per una spiegazione definitiva della morte dell?uomo.

Su questa vicenda è aperto ormai da un mese un fascicolo dove si ipotizza contro ignoti il reato di morte conseguente ad altro delitto. Ma soltanto quando si conosceranno gli esiti dell'indagine tossicologica in corso si deciderà se l'ipotesi accusatoria debba essere mutata in omicidio. Per la Procura di Roma gli elementi forniti dai primi accertamenti medico-legali fanno propendere per la tesi che Cafasso, cocainomane, possa essere morto in tempi rapidi dopo aver fatto uso di eroina. Eroina che considerato il suo stato di cocainomane cronico ha avuto un effetto mortale nel giro di pochi minuti. Per il momento, comunque, gli investigatori non si sbilanciano, in attesa delle conclusioni peritali.

Al momento della morte con Cafasso c'era una trans, Jennifer, ascoltata nei giorni scorsi in Procura come testimone del fatto. E' sfuggita alla morte perché al contrario dell'uomo non ha fatto uso della sostanza che ha provocato il decesso del suo compagno. La madre di Cafasso pensa che il figlio "sia stato ricattato e messo in mezzo". Laura Cafasso, intervistata da Radio 24, sostiene che "sia finito in una vicenda più grande di lui''. Quanto alle ultime indiscrezioni sull'eroina truccata, la donna dice: "Ci addolorano, come il fango che gli viene gettato addosso". L'avvocato della famiglia Monica Gregorio ritiene che qualcuno abbia voluto zittire Cafasso: "Se queste notizie sulla droga sono vere, sicuramente".

Intanto, il computer sequestrato nell'abitazione di via Due Ponti, dove il 20 novembre scorso è stato trovato il cadavere della trans Brenda, comincia a "parlare". Nonostante il riserbo si è saputo che fino a questo momento i tecnici hanno letto e trasferito su cd gli scritti arrivati sul computer e poi cancellati. Messaggi dei quali, però, è rimasta traccia nell'hard disk dell'apparecchio. Gli investigatori sperano che contenga anche fotografie, immagini e forse anche il presunto secondo video riguardante l'incontro di Marrazzo con i trans in via Gradoli. Quando fu sentita dai magistrati, Brenda raccontò che il secondo video era stato distrutto ma potrebbe aver mentito.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign