Home Cronaca Condannato sindaco che minacciò un vigile

Condannato sindaco che minacciò un vigile

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ROMA – I sindaci devono rispettare le regole come tutti gli altri cittadini. In caso contrario, anche loro possono incorrere nelle sanzioni, e se non rispettano i regolamenti decisi da loro stessi, possono subire anche una condanna penale. A lanciare il monito è la Cassazione, che ha condannato per minacce un primo cittadino di Lecce, Nicola F. che, multato da un suo vigile per avere percorso una strada in senso vietato, di tutta risposta aveva detto: ''Io sono il tuo capo, devi obbedire ai miei ordini, domani ti voglio nel mio ufficio a rapporto''.

La quinta sezione penale di Piazza Cavour in pratica, si è dovuta occupare di un caso che ricalca al contrario il film di Alberto Sordi 'Il vigile'.

In questo caso, il vigile Anna Rita B., a differenza del vigile interpretato da Sordi, vedendo che il primo cittadino transitava in una zona vietata al traffico, peraltro proprio su ordinanza comunale dello stesso sindaco, aveva proceduto a multarlo. Ne era seguita la risposta minacciosa del primo cittadino. La vicenda e' finita in un'Aula di giustizia e sia il Tribunale di Lecce che la Corte d'Appello della stessa citta', nell'ottobre 2007, avevano condannato Nicola F. per il reato di minacce alla vigilessa, disponendo anche un risarcimento di 5 mila euro.

Inutilmente il sindaco ha tentato la difesa in Cassazione sostenendo, tra l'altro per attenuare la pena, che la frase era stata pronunciata in uno stato di ''ira sociale davanti all'arroganza della vigilessa animata dalla smania di censurare pubblicamente il sindaco''.

Piazza Cavour, sentenza 19021, ha dichiarato inammissibile il ricorso del sindaco e ha evidenziato che legittimamente e' stato condannato in quanto ''l'imputato era sempre il capo dell'amministrazione comunale e si trovava in una situazione di superiorita' gerarchica rispetto alla parte offesa''. Per cui, insiste la Suprema Corte, ''la minaccia era certamente grave proprio in considerazione della subordinazione gerarchica''.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign