Home Attualità Confcommercio, nel 2009 Pil al -4,8% ma il peggio è passato

Confcommercio, nel 2009 Pil al -4,8% ma il peggio è passato

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Roma – Il picco della crisi probabilmente è superato e in questo contesto "aumentano le famiglie che guardano al futuro con ottimismo": oggi sono il 56,8% contro il 52,4% di gennaio, anche se quasi un terzo rimane pessimista. E' quanto emerge dall'indagine sul 'Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane', realizzate da Confcommercio in collaborazione con il Censis e presentata oggi a Roma dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli e dal direttore del Censis Giuseppe Roma.

Quest'anno il prodotto interno lordo registrerà una contrazione del 4,8%, mentre si assisterà a una crescita, seppur modesta, due anni successivi con un +0,6% nel 2010 e +0,8% nel 2011. Tuttavia, la Confederazione invita a non cedere all'allarmismo. ''Il peggio ormai è alle nostre spalle'', ha detto il presidente Sangalli aggiungendo che ''le famiglie non hanno gettato la spugna e, seppure tra mille difficoltà, hanno superato la crisi''.

Infatti, ha spiegato il presidente del Censis Giuseppe Roma, nei primi sei mesi dell'anno le famiglie hanno iniziato ad allentare la cinghia e a mostrare maggior fiducia sulle prospettive di spesa. E anche se ancora si risparmia sui viaggi, sui pasti fuori casa o sull'acquisto di una macchina o di un vestito, gli italiani riprendono a spendere per oggetti di elettronica, tempo libero, articoli per la casa e cura della persona.

Sangalli ha tenuto a sottolineare che Confcommercio è ''sempre stata iscritta al partito dei realisti e nemmeno nei mesi più bui di questa crisi abbiamo voluto credere che questo Paese fosse destinato a una crisi irreversibile. Certo – ha aggiunto – la crisi c'è, è profonda e strutturale e nessuno lo vuole negare. Ma possiamo dire con una qualche ragionevole certezza che il suo picco massimo è stato raggiunto nel secondo trimestre di quest'anno".

"Registriamo, dunque, che si è superata la fase acuta della crisi e che ci sono – ha proseguito – alcuni segnali, seppur deboli, di ripresa. Di fronte a noi non abbiamo più una prospettiva senza orizzonte ma un percorso di uscita dalla crisi che sembra delinearsi più precisamente che in passato".

Per Sangalli, quindi, "bisogna ancora faticare ma, sebbene esista ancora la probabilità di una ricaduta in autunno legata ai problemi occupazionali che non ci sentiamo di escludere, questi segnali, oggi, mostrano una discontinuità e, anche se molto gradualmente, in costante miglioramento. In alcuni casi, facendo registrare anche una qualche rilevanza quantitativa: l'ICC – il nostro indicatore dei consumi – che non scende, ormai, da quattro mesi; i mercati finanziari in ripresa da marzo; il dato della produzione industriale di giugno; nonché il 'capitale fiduciario' delle famiglie che, come testimonia l'indagine Censis-Confcommercio, costituisce un vero e proprio patrimonio da non disperdere".

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign