Home Cronaca Consorzio prosciutto di Parma: ‘In Italia nessun allarme’

Consorzio prosciutto di Parma: ‘In Italia nessun allarme’

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PARMA – ''In Italia non c'รจ alcun allarme''. Davanti al panico che si sta diffondendo nel mondo per il virus della febbre suina, dal Consorzio del prosciutto di Parma alla Cia, arrivano all'unisono le rassicurazioni per i consumatori italiani.

Il Consorzio del prosciutto di Parma garantisce che ''sono almeno tre i motivi per cui l'influenza suina non ha nulla a che vedere con il piu' amato prosciutto italiano''. In una nota spiega che ''innanzitutto, l'influenza suina e' un virus la cui trasmissione non e' mai stata associata al consumo di carne. Secondo, il Prosciutto di Parma e' un prodotto a denominazione di origine protetta. Il rigido disciplinare depositato all'Unione Europea obbliga i produttori a utilizzare esclusivamente la migliore carne di suino italiano, e i controlli severi (la tracciabilita' della filiera e' completa) garantiscono la provenienza italiana della carne''.

Inoltre, la lunga stagionatura del prosciutto di Parma, minimo dodici mesi, e' in grado di inattivare qualsiasi eventuale agente virale presente nella carne fresca. "L'influenza suina non e' associata al consumo di carne, quindi -assicura il presidente del Consorzio, Stefano Tedeschi- i consumatori possono stare tranquilli continuando ad acquistare il nostro prodotto che, rispetto ai prodotti non certificati, offre l'ulteriore garanzia di essere un prosciutto rigorosamente italiano".

Anche dalla Cia si ribadisce che gli allevamenti italiani di maiali sono sicuri e i controlli sono rigorosi. Ma l'Associazione chiede che, come e' stato fatto con successo per il pollo e la carne bovina, l'obbligo della provenienza del prodotto sia adottato anche per i maiali. ''In questo modo si danno opportune garanzie ai consumatori. I nostri produttori hanno investito molto in qualita' e sicurezza''

''Bisogna evitare allarmismi inutili che possono provocare ingiustificate e pericolose psicosi tra i cittadini'', spiega la Cia. In Italia ci sono misure valide che hanno dato importanti risultati, soprattutto nelle vicende dell'aviaria e della Bse. Ecco perche' ''e' necessario che, come e' stato fatto per il pollo e per la carne bovina, anche ora si renda obbligatorio in etichetta la provenienza della carne suina''.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign