Home Attualità Corruzione, allarme della Corte dei Conti: tassa “occulta e…

Corruzione, allarme della Corte dei Conti: tassa “occulta e…

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ROMA – Il fenomeno della corruzione all'interno della Pubblica Amministrazione "e' talmente rilevante e gravido di conseguenze" da poter impattare per oltre 60 miliardi di euro all'anno. Si tratta di una vera e propria "tassa immorale e occulta" pagata coi soldi rilevati dalle tasche dei cittadini". Lo afferma il procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato per l'esercizio 2008.

Secondo il procuratore e' piu' che ragionevole temere che il suo impatto sociale "possa incidere sullo sviluppo economico del Paese anche oltre la stima effettuata dal Saet (Servizio anticorruzione del ministero della P.A.) nella misura prossima a 50-60 miliardi di euro all'anno". Maggiori conseguenze, inoltre, secondo il procuratore vengono prodotte "dalla corruzione serpeggiante nella P.A. sul piano della sua immagine, della moralita' e della fiducia che costituiscono un ulteriore costoso non monetizzabile per la collettivita' che rischia di ostacolare gli investimenti esteri, di distruggere la fiducia nelle istituzioni e di togliere la speranza nel futuro alle generazioni di giovani, di cittadini ed imprese".

Il procuratore generale evidenzia, tuttavia, "l'insufficienza dell'azione repressiva in quanto, prendendo sostanzialmente atto di danni gia' verificati, costituisce un mero deterrente contro la corruzione scoperta, mentre e' sul piano organizzativo che occorre insistere agendo sui comportamenti, sulle procedure, sulla trasparenza dell'attivita' amministrativa al fine di prevenire e/o eliminare la probabilita' che si realizzino gli eventi corruttivi descritti".

Inoltre prosegue Pasqualucci, il ruolo sempre maggiore che vanno acquisendo i finanziamenti comunitari europei in numerosi settori della vita economica degli Stati membri "ha spinto il legislatore italiano ad estendere le ipotesi di reato anche alla tutela degli organi dell'Unione europea".

La ripartizione delle denuncie per regioni evidenzia che tra le prime cinque regioni per numero di denunce di reati, collegati ai fenomeni corruttivi, compaiono ben quattro regioni del Sud: Sicilia (13,07%) del totale delle denunce, Campania (11,46%), Puglia (9,44%) e Calabria (8,19%) l'unica regione del Nord e' la Lombardia con il 9,39%.

Articlolo scritto da: Adnkronos