Home Attualità Crisi, Epifani bacchetta il governo: ‘Il peggio deve arrivare’

Crisi, Epifani bacchetta il governo: ‘Il peggio deve arrivare’

0

ROMA – La crisi non è alle spalle, il peggio deve ancora arrivare ma il governo "non ha fatto quasi nulla". A rinnovare le accuse al governo e agli interventi anti recessione, è il leader della Cgil, Guglielmo Epifani (nella foto), nel corso dell'Assemblea delle Camere del lavoro. "Il peggio non è passato, il peggio è quello che deve ancora arrivare nei prossimi mesi ed è destinata a creare sempre maggiori problemi, sopratutto all'occupazione. E' per questo che non c'è spiegazione all'insensibilità del governo, una insensibilità politica civile e democratica", dice ribadendo la richiesta di un tavolo di confronto che esamini quelle che la Cgil ritiene debbano essere le scelte priortarie da mettere in campo: raddoppio della durata della Cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane, detassazione di tutti i redditi da lavoro dipendente e delle pensioni; e messa a punto di una vera politica industriale.

"Un Paese che va indietro con queste dimensioni è molto grave, e significa che il Paese ha problemi a difendere l'occupazione", spiega Epifani ricordando i dati istat sul Pil e quelli Ocse sui salari. "Se il governo vuole evitare di ampliare il disagio sociale è chiamato a fare di più e in tempi rapidi a cominciare dal raddoppio della durata della Cigo, che ci consente di evitare ristrutturazioni e licenziamenti", aggiunge ricordando come "le modifiche apportate fino ad oggi non bastano. Non risolvono i problemi di interi settori industriali che finiranno con il trovarsi, anche senza volerlo, costrutti a ridurre gli organici, con conseguenze sociali pesanti".

Ma non solo. Serve anche "un sostegno ai redditi dei lavoratori e dei pensionati con una detassazione generale dei redditi. Il peso fiscale sta diventando insostenbile e l'Irpef si mangia tutta quella produttivita' che va al lavoro", prosegue sottolineando come, proprio per questo, "non basti la detassazione di secondo livello" varata dal governo. Ma risposte da parte dell'esecutivo fino ad oggi non sono arrivate. "Questi tavoli continuano a restare inevasi mentre per la riforma della Pubblica Amminiustrazioni e del pubblico impiego si procede, con assoluta autoreferenzialità, senza l'accordo dei sindacati. Anzi contro i sindacati", conclude.

Epifani ribadisce poi che non c'è solo la Fiat a preoccupare i sindacati, anche la situazione in cui versa il polo chimico nazionale è grave. "La situazione Fiat preoccupa ma non è l'unica. C'è una crisi che avanza anche per la chimica ed il petrolchimico. Ci sono scelte dell'Eni che vanno cambiate, non possiamo accettare che siano chiusi gli stabilimenti di Porto Marghera e Porto Torres", ha ammonito.

Articlolo scritto da: Adnkronos