«Vorrei evitare che un morto e due feriti fossero benzina per alimentare sterili contrapposizioni politiche. Tutti quanti dobbiamo tentare, invece, di dare le risposte giuste e concrete in base alle proprie competenze e possibilità. Lo dobbiamo alle famiglie dell’Orciolaia per le quali il loro quartiere rischia, per lungo tempo, di non essere percepito più come lo stesso. Lo dobbiamo alla comunità degli aretini. Lo dobbiamo alla comunità degli stranieri onesti che lavorano nella nostra città e che qui tentano di costruirsi un futuro.
Ritengo che il problema principale sia il potenziamento delle forze dell’ordine e qui il compito esclusivo è dello Stato ma il Governo ha tagliato drasticamente le risorse a disposizione. Si tratta, quindi, di operare un’inversione di tendenza consentendo a polizia e carabinieri non solo di svolgere azioni repressive ma anche attività di prevenzione e controllo del territorio. Azione che nella nostra provincia stanno svolgendo in modo ottimale e ad esse va quindi il ringraziamento di tutti. E che possono essere sostenute dalle amministrazioni locali. I comuni del nostro territorio, a cominciare da quello di Arezzo e l’Amministrazione provinciale sono positivamente impegnati sia attraverso lo stretto coordinamento tra tutte le forze e le strutture sia con le attività per promuovere, ad ogni livello, una nuova cultura della legalità e della sicurezza.
Le politiche sociali e d’integrazione sono poi fondamentali non solo per ridurre le aree del disagio e quindi lo spazio di manovra della criminalità ma anche per rendere le comunità dei cittadini stranieri elementi della politica della sicurezza, affinché siano isolati quei soggetti che non solo delinquono ma compromettono i rapporti tra cittadini italiani e stranieri.»