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E’ morta in carcere Susan Atkins

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LOS ANGELES – E' morta nella casa di reclusione di Chowchilla dove era stata trasferita l'anno scorso Susan Atkins, la seguace della setta di Charles Manson che 40 anni fa accoltellò a morte l'attrice Sharon Tate incinta di otto mesi. Alla donna, 61 anni e in stadio terminale per un cancro al cervello diagnosticato nel 2008, era stata negata lo scorso 2 settembre la scarcerazione per motivi umanitari.

All'ultima udienza la detenuta era in barella, paralizzata e con difficoltà nella parola, accompagnata da James Whitehouse, il marito-avvocato. Ad opporsi alla sua scarcerazione erano stati i parenti della sua vittima più nota, la bella attrice all'epoca moglie del regista Roman Polanski. Motivando la loro decisione di non scarcerarla i due giudici avevano ricordato la natura "atroce" del massacro di Bel Air, rilevando che la Atkins non aveva mai compreso pienamente l'atrocità del suo gesto. Nella strage scoperta il 9 agosto del 1969, oltre alla Tate vennero uccise altre quattro persone: l'ereditiera Abigal Folger, figlia dell'imprenditore del caffè 'Folger', il suo fidanzato e scrittore Wojciech Frykowsky, il parrucchiere delle star Jay Sebring e il custode della villa, Steven Parent.

La notte successiva, toccò a un facoltoso droghiere, Leno La Bianca e a sua moglie Rosemary: la coppia venne accoltellata a morte in casa. Confessando di aver ucciso l'attrice mentre chiedeva pietà per lei e per il figlio che aveva in grembo, la Atkins sostenne che i membri della 'famiglia' Manson dovevano obbedire agli ordini del capo e che erano sotto l'effetto dell'Lsd. Per i sette omicidi, Manson, la Atkins e altre due seguaci, Patricia Krenwinkle e Leslie Van Houten, vennero condannati a morte, sentenza in seguito commutata in ergastolo.

Articlolo scritto da: Adnkronos