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Febbre suina, aumentano i contagi tra gli studenti

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Febbre suina, aumentano i contagi tra gli studenti

Roma – Riapertura delle scuole a rischio rinvio per la febbre suina? Il diffondersi del virus H1N1 tra gli studenti, soprattutto nei college britannici, fa emergere l'ipotesi di uno slittamento, ipotesi avanzata dal viceministro alla Salute Ferruccio Fazio nel caso in cui l'epidemia continuasse ancora ad espandersi. Fazio ha però precisato che al momento nessuna decisione è stata presa. In particolare il ministero del Welfare ha chiarito che non sarebbe allo studio nessun rinvio della riapertura delle scuole.

"In merito alla notizia diffusa da organi di informazione relativa ad un eventuale rinvio dell'apertura delle scuole a causa dell'influenza AH1N1 – specifica lo stesso ministero in una nota- si precisa che nessuna misura di questo tipo è attualmente presa in considerazione dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, che comunque lavora in proposito in stretta collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione".

Contro gli allarmismi, immediato l'intervento del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che all'ADNKRONOS precisa: "Non c'è, al momento, nessuna ipotesi di rinvio per l'apertura delle scuole". "Sono in perfetta sintonia con il viceministro Fazio – ha proseguito Gelmini – E' ovvio che se l'epidemia dovesse assumere nel nostro Paese un significato importante, si assumerebbero tutte le precauzioni necessarie, compresa quella di rinviare l'apertura delle scuole. Ma, ripeto, al momento questa è un'ipotesi che non esiste".

"Nessuno sa cosa accadrà a settembre – ha proseguito il ministro dell'Istruzione – Stiamo parlando di qualcosa che al momento non esiste. C'è preoccupazione, certamente, per questa nuova influenza – ha precisato Gelmini – e quindi si valutano tutte le possibilità, anche le più catastrofiche, ma stiamo parlando di ipotesi e non di realtà. Al momento, in Italia, non c'è alcuna situazione che possa far pensare di dover prendere un provvedimento simile".

Intanto, sono nove, sui 14 con sintomi influenzali, gli studenti del territorio di Pistoia rientrati da una vacanza studio in Inghilterra alle prese con l'influenza A. A rivelarlo i sanitari dell'Ausl 3, che nella giornata di ieri hanno effettuato sui ragazzi i test previsti dal protocollo, dunque tamponi faringeo e nasale e prelievo ematico.

I casi positivi, spiega l'Ausl in una nota, sono stati trattenuti in ospedale per poche ore e poi dimessi con terapia sintomatica e la raccomandazione di una breve convalescenza presso il proprio domicilio come per una normalissima influenza. L'unico consiglio impartito è stato quello di limitare i contatti con le altre persone, in particolare con anziani o persone già debilitate da malattie croniche. L'Ausl ricorda inoltre che, in caso si sintomatologia influenzale, non è necessario rivolgersi alle strutture ospedaliere ma al medico e al pediatra di famiglia o al servizio di guardia medica nei giorni di sabato e domenica.

Mentre sono più di 100 gli studenti americani e britannici che, insieme ai loro insegnanti, sono stati messi in quarantena in hotel dopo che otto di loro erano stati ritrovati positivi alla nuova influenza A. I giovanissimi pazienti (quattro americani e altrettanti inglesi) sono stati curati in ospedale a Pechino e, secondo le autorità sanitarie, le loro condizioni non destano allarmi. I ragazzi avevano appena iniziato a visitare il Paese, quando il loro viaggio è stato interrotto, precisa la Bbc online, aggiungendo che il gruppo Gb è composto da 52 fra studenti e insegnanti.

"Siamo in quarantena in hotel e tutti stanno bene. Ci controllano regolarmente la febbre", spiega uno dei ragazzi in una mail inviata ai genitori. E anche gli insegnanti tranquillizzano, spiegando che tutti vengono assistiti e trattati al meglio, e che i ragazzi non vedono l'ora di riprendere il viaggio. Questa settimana sono circa 600 gli studenti britannici arrivati nella capitale cinese, e la maggior parte sta continuando normalmente il percorso stabilito.

La rapida circolazione del virus della nuova influenza in Gran Bretagna ha sorpreso anche gli specialisti. E la riapertura delle scuole italiane a settembre potrebbe modificare la situazione nel Belpaese. "Il fenomeno osservato in particolare nel West Midlands e a Londra è in parte sorprendente, e rappresenta una delle caratteristiche particolari imputabili a un virus pandemico. Per questo la maggior parte degli esperti ritiene che", purtroppo, per l'Italia "è solo una questione di tempo: prima aumenteranno i casi nei viaggiatori e nei loro contatti, quindi inizieranno a comparire casi autoctoni sporadici. Poi la riapertura delle scuole farà da amplificatore dell'epidemia". La previsione arriva da Giovanni Rezza, capo Dipartimento del Mipi (Malattie infettive parassitarie e immunomediate) dell'Istituto superiore di sanità, che sul sito dell'Iss fa il punto della situazione.

Nel nostro Paese, così come in altri dell'Europa continentale, "l'infezione da virus dell'influenza A H1N1 viene ancora principalmente riscontrata in persone che provengono da aree affette e, in misura ridotta, in soggetti che hanno avuto contatti stretti con viaggiatori malati", rileva Rezza. Il numero dei casi confermati dal National Influenza Centre del MIPI-Iss è però "in deciso aumento, e non sappiamo quanto tempo durerà l'attuale fase di contenimento". L'epidemia ha colpito prima il Nord-America, per diffondersi poi in Australia e in America Latina. Alcune isole del Mediterraneo, in particolare Cipro, sembrano assistere a un aumento della trasmissione comunitaria dell'infezione. Ma mentre nei Paesi dell'emisfero Australe, che si trovano nella stagione invernale, questo andamento "era previsto", la rapidità di circolazione virale osservata in Gran Bretagna "è in parte sorprendente", ribadisce lo specialista.

Naturalmente "l'adozione di misure di distanziamento sociale potrà mitigare l'andamento dell'epidemia – prosegue Rezza – e il trattamento con antivirali proteggere le persone a rischio di malattia grave, in attesa della campagna vaccinale autunnale". Fortunatamente il virus "non sembra essere più aggressivo di quelli che causano l'influenza stagionale, e risulta inoltre sensibile ai farmaci antivirali. L'ipotesi che l'attuale variante vada incontro a mutazioni che la rendano maggiormente virulenta non si può del tutto escludere, ma è anche doveroso sottolineare – evidenzia lo specialista dell'Iss – che sino a ora non si sono manifestate mutazioni rilevanti. E che la resistenza a oseltamivir si è osservata solo in tre casi sporadici in diverse aree del globo".

Bene ha fatto l'Organizzazione mondiale della sanità, afferma l'esperto italiano, a dichiarare la fase pandemica. "Altrettanto bene ha fatto, probabilmente, a definire questa pandemia moderata, specificando che la virulenza e quindi la gravità clinica di questa variante virale non è elevata. Ciò non vuol dire che non si avranno casi gravi di malattia", precisa Rezza. "E' importante agire per far sì che la diffusione del virus non sia troppo rapida. Le strutture sanitarie del nostro Paese, che si sono dimostrate molto efficienti nella fase di 'contenimento' e 'ritardo', dovranno sostenere il massimo sforzo per mitigare l'impatto dell'epidemia – conclude – quando questa farà sentire i suoi effetti nei paesi dell'Europa continentale".

Articlolo scritto da: Adnkronos Salute/Ign

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