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Festa della Donna

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Festa della Donna

Il 1975 fu designato come 'Anno Internazionale delle Donne dalle Nazioni Unite. Le organizzazioni delle donne hanno osservato la giornata internazionale della donna in tutto il mondo l'8 marzo tenendo eventi su larga scala che onorassero gli avanzamenti della donna e ricordassero diligentemente che la continua vigilanza e l'azione sono richieste per assicurare che l'uguaglianza delle donne sia ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita. A partire da quell'anno le Nazioni Unite hanno cominciato a celebrare la giornata internazionale della donna l'8 marzo. Due anni dopo, nel dicembre 1977, l'assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una "giornata delle nazioni unite per i diritti della donna e la pace internazionale" da osservare in un qualsiasi giorno dell'anno dagli stati membri in accordo con le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l'assemblea generale riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe anche l'urgenza di porre fine alla discriminazione ed ad aumentare il supporto alla piena ed eguale partecipazione.

“Poiché il Centro Giovanile L’Isola che c’è si propone fin dalla sua apertura di far vivere ad Arezzo un luogo che sappia offrire ai giovani attività e nuove forme di aggregazione alternative a quelle già esistenti, riteniamo importante mostrare ai giovani che un altro punto di vista è possibile e cerchiamo di aiutarli a “transitare” consapevolmente da una visione ridotta e settoriale della realtà ad una concezione più comprensiva che di sicuro fornisce maggiori strumenti come possibilità di adattamento e soddisfazione agli adolescenti che si apprestano ad entrare nell’età adulta. L’Isola che c’è è un contenitore di iniziative, idee e progetti che vanno dallo sport al teatro alla formazione, alla musica, alla multimedialità, al cinema e mille opportunità per realizzare tutto ciò che è frutto di creatività” ricorda Thomas Baldi animatore del Centro “abbiamo pensato di promuovere una festa interamente dedicata alle donne, un’occasione per incontrare e conoscere nuovi amici e vivere non da semplici fruitori ma da attori e protagonisti una occasione davvero speciale”.
Le disuguaglianze uomo-donna nell’uso del tempo sono un fenomeno persistente, che caratterizza tutti i paesi industrializzati. Tuttavia, è l’Italia a segnare la performance peggiore.

Nei Paesi anglosassoni il numero totale di minuti spesi lavorando (pagati e non) è molto simile tra uomini e donne. Le differenze non superano mai i 13 minuti. In altre parole, uomini e donne, in media, decidono di destinare lo stesso ammontare di tempo alle attività lavorative, siano esse remunerate o meno. Tale fenomeno, ben noto ai sociologi, è conosciuto sotto il nome di “iso-work”. L’Italia rappresenta un’eccezione nel panorama internazionale: le donne italiane risultano lavorare in media ben 75 minuti in più degli uomini. La differenza è in buona misura dovuta al maggior tempo dedicato dalle italiane alla gestione della casa rispetto alle loro omologhe europee e americane: non c’è sostituibilità tra uomini e donne nell’occuparsi dell’ambito domestico e le donne che scelgono di lavorare devono accollarsi sia il lavoro remunerato “fuori casa”, che quello non remunerato all’interno delle mura domestiche.

“Partendo dalla citazione di Ninon de Lendos – da una donna bisogna aspettarsi di tutto, eccetto l’ovvio” continua Thomas Baldi dell’Isola che c’è “abbiamo pensato di inventarci e promuovere una serata tutta al femminile dove le interpreti musicali e teatrali siano donne ed il filo conduttore narrativo sia esclusivamente frutto della creatività di donne”.

L’immaginario collettivo sulla violenza sessuale costruito dai media ci propone una donna vittima e un aggressore “mostro” figlio di una barbara cultura, oppure, più raramente, un uomo “normale”, “di buona famiglia”, trasformatosi in mostro in preda ai fumi dell’alcol o della droga. Così i giornali li raccontano, così i criminali sessuali sono entrati nell’immaginario collettivo. Il discorso pubblico sulla violenza sessuale degli uomini sulle donne è mistificatorio. L’obbiettivo è deviare l’attenzione: o sul presunto bisogno di protezione della donna, o sulla necessità di “lotta ai non luoghi della città”. Oggi la risposta è più sicurezza, maggiore controllo del territorio. Questo approccio è devastante: cancella l’aggressore “in quanto uomo”, cancella la realtà statistica che conferma che la maggior parte degli stupri, delle molestie, delle violenze fisiche e psicologiche, avviene tra le mura domestiche, per mano di coniugi, amici, parenti.
“Una serata dedicata al racconto, all’incontro, al teatro ma anche alla musica” continuano dall’Isola che c’è “con la musica di un gruppo aretino tutto al femminile e cioè le Malades du Reve che con le loro melodie, le sonorità introspettive, i colori ed i testi intimi, racconteranno tutto quello che le donne non dicono. L’occasione poi per ascoltare Simona, Claudia, Eleonora, Chiara, Ombretta e Maria Clara che proveranno a raccontare e rappresentare il mondo femminile, storie di donne in presa diretta: passione, amore, speranza, coraggio. La forza di una identità che arriva dritta al cuore”.

E’ senza dubbio necessario riappropriarsi di questa giornata, dell’8 marzo, di farla ridiventare un momento di confronto, non per superate lotte tra sessi, ma per rinnovare le alleanze tra tutti coloro che rifiutano la sopraffazione e la violenza e credono nella pace e nella solidarietà umana. Ecco quindi l’occasione di trascorrere una bella serata, domenica 8 marzo 2009 dalle ore 21.00, ad ingresso gratuito, presso il Centro Giovanile “L’Isola che c’è” di Villa Severi.
Per informazioni e/o per prenotare il proprio posto basta chiamare il numero 0575 1824398 oppure inviare una e-mail a [email protected].
“Più ancora di tutte le altre passioni, l’amore vive di attesa e di speranze” concludono dall’Isola che c’è “ci piace pensare ad un luogo dove poter veramente e compiutamente esprimere la propria creatività e le proprie emozioni, dove realizzare progetti ed eventi. Ma al di là delle varie attività e progetti l'obbiettivo fondamentale è quello di stimolare l'incontro, la socialità, la comunicazione nonché la libera espressione del proprio – io – e della propria diversità ed identità, nel confronto e nel rispetto degli altri, nel tentativo di opporsi ad una dilagante ed imperante omologazione”.

Buon 8 marzo a tutte le donne che ogni giorno urlano in silenzio, a quelle che non possono vivere la propria femminilità, alle donne che dedicano la loro vita alla famiglia ed alla cura degli altri, alle donne intrappolate dai preconcetti e dalle ipocrisie.