
"Una bella edizione, davvero. Non è mancato niente: il sole, la temperatura, anche un pizzico di pioggia, il numero degli espositori, i visitatori, gli acquisti, l'offerta dei prodotti ed un ospite speciale come Renzo Arbore a completare un'edizione davvero soddisfacente" – così Paolo Nicchi, presidente della Fiera, sintetizza il bilancio positivo dell'edizione della Domenica delle Palme 2009.
"Le positività sono cominciate ieri mattina quando abbiamo fatto la tradizionale spunta per gli espositori all'auditorium Aldo Ducci, invece che nella sede sotto le Logge Vasari. Tutto si è svolto con grande regolarità, ordine e maggiore comfort per gli operatori e per il personale dell'Ufficio Commercio del comune di Arezzo. Inoltre – sottolinea Nicchi – la massiccia presenza degli espositori ha confermato, ancora una volta, che gli operatori credono nel mercato di Arezzo, credono in questa Fiera e che – passo dopo passo – sta crescendo ed aumentando il livello qualitativo dei prodotti proposti a cui il pubblico risponde con interesse".
Tra gli oggetti, vista la prossima festività della Pasqua, grande presenza di soggetti sacri, legati alla Passione di Cristo.
Molto bello un Cristo in Croce, di scuola genovese del 1600, in avorio con una attenzione – perfino maniacale dell'artista – per i particolari; di grandissimo pregio una maiolica senese (cm 40×48), Madonna dei sette dolori (o sette spade), della fine del '700. Da non trascurare vari dipinti di Bartolomeo Giuliani (1825-1909), artista milanese, rappresentante del più puro Ottocento italiano.
Lo aveva promesso lo scorso 6 maggio, al Centro Affari davanti a migliaia di persone in occasione del concerto con L'Orchestra italiana.
"Tornerò presto ad Arezzo per la Fiera Antiquaria – aveva detto l'artista foggiano – ora che so di poter trovare gioielli musicali come questi dischi che mi avete regalato (un LP a 16 giri LP inciso da Fred Buscaglione e un disco 'souvenir' di Napoli con dieci canzoni napoletane interpretate da Roberto Murolo con i Mandolini napoletani di Eugenio Alfieri, arricchito da ventiquattro cartoline con vedute di Napoli, nda).
E Renzo Arbore è stato di parola. Oggi pomeriggio ha girato un po' per i banchi della Fiera prima di trovare e di acquistare molti dischi in vinile.
"Girare per la Fiera mi diverte. Mi ha sempre divertito, fin dai tempi in cui venivo con Gianni Boncompagni a cercare oggetti curiosi, strani: in qualche modo la mia passione per il modernariato ha preso consistenza anche grazie alla Fiera Antiquaria che, non delude mai. Qualcosa si trova sempre – afferma l'artista pugliese, con la consueta affabilità.
E, a giudicare dalla consistenza degli acquisti, di roba – Arbore – ne ha trovata parecchia.
"Sono tutti dischi degli anni '50, di cantanti che si esibivano nei night club di Roma, facendo una musica sussurata, quella che faceva innamorare – spiega con il calore di chi quei giorni li ha vissuti, da giovanissimo adulto che si affacciava nella Roma di allora che stava per vivere la sua 'dolce vita'.
Per la cronaca i dischi acquistati da Arbore sono quelli di don Marino Barreto jr ("era un cantante cubano famoso nella Roma della seconda metà degli anni Cinquanta, si esibiva nel locale 'Le grotte del Piccione' (dietro via Veneto), assieme ad un'orchestra di quattro/cinque elementi, con una musica estemamente piacevole, quasi un'anticipazione di quella che avrebbe fatto Nat King Cole negli anni seguenti" – racconta Massimo Puglisi, presidente sì del Comitato tecnico della Fiera ma anche esperto musicale della musica degli anni Cinquanta/Sessanta, che ha accompagnato Arbore in questa trouvaille canora), di Natalino Otto, di Louis Prima (il primo cantante italoamericano a diventare famoso negli Stati Uniti, precedendo Frank Sinatra), di Peter van Wood (adesso esperto astrologo, ma con un passato da chitarrista di primo piano – "il primo a far parlare la chitarra", sottolinea Puglisi). Di lui Arbore ha trovato il disco "Ho giocato tre numeri al lotto (25,60, 38)", una rarità nel genere perchè introduceva un filone musicale che accettava 'contaminazioni' con musica straniera.
E poi ancora dischi di Carlo Buti (tenore fiorentino), appartenente al filone classico della musica italiana che si contrapponeva alla 'nuova' musica anticipatrice del rock italiano.
"Sono tutti cantanti che la Rai di allora trasmetteva e che si potevano ascoltare nei locali attorno a via Veneto" – ricordano Arbore e Puglisi assieme, accomunati dal ricordo di aver vissuto a Roma direttamente quella esperienza.
"Questa è la Fiera – conclude Arbore. Un'emozione, una ricerca, un passato, un pezzetto di te che riaffiora quando prendi in mano la copertina di un disco, una fotografia o un'immagine".