Home Attualità Fisco, Cgia: ‘No al taglio dell’Irap per le aziende in perdita’

Fisco, Cgia: ‘No al taglio dell’Irap per le aziende in perdita’

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ROMA – ''La proposta emersa in questi ultimi giorni di tagliare l'Irap alle aziende in perdita non ci convince. Se attuata sarà una misura che favorirà una gran parte di quel 50% circa di società di capitali che da anni dichiara zero euro di reddito. E non è un caso che sono proprio i grandi industriali a chiederne la non applicazione sulle perdite visto che per moltissimi di loro l'Irap è rimasta l'unica grande imposta che continuano a pagare". E' la critica di Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, innanzi alla novità annunciata dal Governo sulla possibile eliminazione dell'Irap per le imprese in perdita.

''Sia chiaro – prosegue Bortolussi – tra le società di capitali ci sono anche centinaia di migliaia di piccole aziende in difficoltà e con i conti in rosso. Pertanto non è nostra intenzione criminalizzare le società di capitali. Ma dopo aver visto con quale intensità molti grandi capitani d'industria spingono in maniera molto decisa per la sua eliminazione sulle perdite, il sospetto che qualcuno faccia il furbo è molto forte. A nostro avviso, invece, bisognerebbe premiare le aziende che nonostante la crisi hanno continuato ad investire o si sono indebitate per mantenere in piedi l'attività". Bortolussi indica quindi una strategia, "deducendo dalla base imponibile Irap – conclude – gli interessi passivi in modo tale da agevolare quella parte del sistema produttivo oggi fortemente stressato dalla crisi in atto''.

La Cgia di Mestre quindi fa una disamina delle cifre. Nel 2008, secondo la Banca d'Italia, i finanziamenti erogati dalle banche e dalle società finanziarie alle imprese italiane sono stati complessivamente 1.544,8 mld di euro. Gli interessi passivi a carico delle imprese (per Fidi, scoperti di conto corrente, anticipi fatture o a fronte di finanziamenti e mutui per specifiche finalità di investimento) sono stati 91,56 mld di euro. Se fosse data la possibilità di togliere dalla base imponibile dell'imposta questo ultimo importo (vale a dire i 91,56 mld di euro), le piccole e medie imprese italiane potrebbero godere di un risparmio fiscale poco superiore al miliardo di euro (precisamente 1,017 mld). Per le grandi imprese, invece, il vantaggio economico sarebbe più pesante ed ammonterebbe a 2,55 mld di euro. Una operazione che complessivamente costerebbe alle casse dello Stato 3,57 mld di euro.

Articlolo scritto da: Adnkronos