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Fortezza: il restauro del paramento murario

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La Fortezza di Arezzo è uno scrigno di tesori rimasti nascosti per secoli e che grazie all’iniziativa dell’amministrazione comunale stanno tornando alla luce. Prosegue infatti il primo lotto di opere che prevedeva in partenza il consolidamento delle volte dell’ingresso e dei camminamenti e che sta arricchendosi della scoperta continua di ambienti che sembrano procedere al cuore della città.
“Ci ho sempre creduto e per questo ho voluto fortemente – ha dichiarato il Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani – questo complesso d’interventi su un’opera che intendiamo recuperare non solo per rendere omaggio alla nostra storia ma per la dignità futura di Arezzo. Le scoperte di ambienti e porte di accesso, il ritorno alla luce dei paramenti della città trecentesca stanno disegnando il nuovo volto di questo monumento di cui era stata persa memoria: i cittadini di Arezzo se accorgeranno di persona quando fra 2 anni potranno tornare a passeggiarvi. Ma questi lavori non sono soltanto per gli aretini: mi è capitato di trovare gruppi di turisti alla porta della Fortezza e restare delusi per averla trovata chiusa. La loro delusione era la mia delusione, in parte mitigata al pensiero di restituire anche ai cittadini stranieri questo sito, considerazione che ci fa cogliere le sue potenzialità in termini d’indotto economico e di anello imprescindibile di un circuito del centro storico”.
Se procedono i lavori all’interno della Fortezza medicea, iniziano quelli di restauro del paramento murario esterno: intervento per complessivi 2.582.000 euro, di cui 1.700.000 oggetto di contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che durerà preventivamente fino al febbraio 2011.
“Seicento giorni per un lavoro fortemente specialistico – ha premesso l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Arezzo Franco Dringoli – messo in atto dagli uffici comunali con la consulenza del laboratorio di restauro e conservazione beni culturali dell’Università di Firenze, che ha individuato ben 34 livelli diversi di intervento per la corretta conservazione di cui necessitava questo fondamentale bene culturale della città rimasto trascurato per decenni.
Siamo al secondo cantiere avviato – ha proseguito Franco Dringoli – e ci troviamo a intervenire su 9.000 metri quadrati di paramento murario, della lunghezza di circa 700 metri, dimensioni che danno misura dell’entità delle opere, finalizzate a ricreare condizioni di fruibilità a favore di un monumento che è un segno forte del nostro tessuto urbano. Opere che cerchiamo di portare avanti con la massima minuziosità fin dagli esordi: ricordo infatti che le preliminari acquisizione delle informazioni e operazioni di rilevamento delle cortine murarie della Fortezza, sono state seguite grazie all’applicazione di tecniche di misura integrate e all’avanguardia come GPS, topografia classica, sistemi a scansione, fotogrammetria, prese fotografiche digitali ad alta risoluzione. Ora, mettiamo ‘a frutto’ questa mole di lavoro”.
Elaborando questi dati sono state prodotte tavole grafiche che consentono una lettura organica delle mura e dei bastioni e la mappatura delle parti del paramento sottoposte a degrado e dissesto. Nel corso della storia non sono infatti mancati eventi “traumatici”: i crolli derivanti dall’azione delle mine poste dalle truppe napoleoniche nel 1800 sono l’esempio in questo senso più calzante ma non è certo da sottovalutare l’azione degli agenti atmosferici che nel corso dei secoli hanno determinato perfino alcuni crolli. Gli stessi elementi in muratura che successivamente ai crolli furono apposti per ridare continuità alle parti costituiscono oggi il classico “rimedio peggiore del male” perché presentano lesioni più gravi delle parti originali. Gli interventi sulle mura della Fortezza si inseriscono dunque in un quadro di generale consolidamento, sia in vista di eventuali fenomeni sismici, sia per fermare l’azione di degrado che si è prodotta naturalmente sulle membrature murarie interne. Analogamente, per le parti soggette a degrado delle cortine e dei bastioni si procederà a interventi di preconsolidamento delle porzioni o elementi a rischio di distacco, alla pulitura da polveri, smog, depositi incoerenti in genere, alla stilatura profonda e superficiale dei giunti, stante l’evidente perdita, talvolta molto accentuata, anche qui della malta.
Un consistente lavoro di consolidamento e messa in sicurezza di porzioni murarie in fase di post-crollo, al fine di eliminarne le condizioni di instabilità, interesserà invece i casi di dissesto presenti in corrispondenza del Bastione del Belvedere, del Bastione della Chiesa e del Bastione del Soccorso. Intento primario dell’intervento è quello di cristallizzare la situazione attuale, evitando fenomeni di ribaltamento e ulteriori dislocamenti delle porzioni murarie attraverso il consolidamento delle parti in aggetto, il ripristino del ruolo efficace delle malte leganti e l’applicazione di elementi di ancoraggio in acciaio nella muratura.