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Francia, è bufera su Frederic Mitterrand

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PARIGI – "Non è un'apologia del turismo sessuale" e nemmeno "un'apologia della pedofilia". Così il ministro della Cultura francese, Frederic Mitterrand nel corso del telegiornale delle 20 di TF1, tenta di smorzare le polemiche scoppiate sul contenuto della sua autobiografia 'La Mauvaise Vie' in cui parla della sua passione per i ''giovani ragazzi''. A sua difesa afferma che il libro "non è completamente autobiografico" e che il presidente Nocolas Sarkozy gli ha "confermato la fiducia". Poi ammette: "E' vero, ho avuto delle relazioni a pagamento con dei ragazzi ma non bisogna confondere la pedofilia con l'omosessualità". Forse, aggiunge, "sono relazioni sbagliate ma non crimini".

Sul caso Mitterrand è scoppiata la bufera. Da parte sua, il ministro della Cultura francese ha bollato come ''vergognoso'' il tentativo di essere ''trascinato nel fango'' dal portavoce del Partito socialista, Benoit Hamon, e dalla figlia del leader del Fronte nazionale, Marine Le Pen, che ne ha chiesto le dimissioni.

La bordata contro il ministro è arrivata lunedì sera durante la trasmissione televisiva 'Mots croises', dedicata alla recidiva in materia di crimini sessuali. Marine Le Pen ha letto un estratto del libro del nipote dell'ex presidente socialista francese in una trasmissione televisiva lunedì scorso, dopo che Mitterrand, insieme al ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, avevano reso pubblico il loro sostegno per il regista Roman Polanski, detenuto in Svizzera con l'accusa di aver stuprato una ragazzina di 13 anni nel 1986.

''E' davvero un peccato immaginare che le persone elette nelle fila della sinistra si mettano sulle stesse posizioni del Fronte nazionale. Devo dire che mi cascano le braccia. Se il Fronte nazionale mi trascina nel fango, è un onore. Se lo fa un deputato della sinistra, è una vergogna per lui'', ha aggiunto.

Hamon ha definito ''scioccante'' il libro di Mitterrand, e che ''un uomo possa giustificare, al riparo di un racconto letterario, il turismo sessuale''. Più cauta la segretaria del partito socialista, Martine Aubry, che ha detto di non riuscire a immaginare che il ministro si sia lasciato andare a una ''apologia del turismo sessuale'', pur precisando di non aver letto il libro.