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Gaza, Mubarak: ritiro israeliano immediato

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GAZA – Mentre proseguono i bombardamenti, l'accordo di Israele con le parti internazionali per una tregua a Gaza dovrebbe essere ratificato domani in Egitto, a Sharm El Sheik, in un vertice a cui il Cairo sta invitando in queste ore alcuni tra i principali leader mondiali.

E' quanto anticipa Repubblica.it, precisando che oltre al premier israeliano Ehud Olmert, al presidente egiziano Hosny Mubarak, al presidente dell'Autorita' palestinese, Abu Mazen, il Cairo vorrebbe che fossero presenti anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il segretario di stato Usa Condoleeza Rice e i capi di governo di Russia, Francia, Germania, Italia e Turchia.

Proprio il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (nella foto con Mubarak) sentirĂ  il presidente egiziano Hosni Mubarak. Il via libera alla riunione e' legato alla risposta che arrivera' dal governo israeliano e, ove questa fosse positiva, il summit potrebbe svolgersi anche con la presenza del premier italiano, che quindi e' pronto a partire. Berlusconi avrebbe cancellato tutti i suoi impegni per domani per tenersi pronto a volare in Egitto.

Da parte sua il presidente egiziano chiede un cessate il fuoco immediato e incondizionato nella Striscia e il ritiro delle forze israeliane. In un discorso alla nazione in tv, Mubarak ha detto: "Chiedo oggi a Israele di fermare immediatamente le sue operazioni militari, faccio appello alla sua leadership per un cessate il fuoco immediato e incondizionato e per un completo ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia".

Ma intanto un tank israeliano ha sparato contro una scuola dell'Onu uccidendo sei persone, fra cui una donna e due bambini. Lo affermano fonti mediche palestinesi della Striscia di Gaza, precisando che la scuola colpita si trova nell'area settentrionale di Beit Lahiya. Nessun commento e' giunto al momento dall'Onu e l'esercito israeliano ha riferito che controllera' la notizia.

E' la terza volta che l'esercito israeliano spara contro scuole dell'Unwra, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, da quando e' iniziata l'operazione militare 'Piombo fuso'. Nell'edificio colpito questa mattina, riferiscono le fonti palestinesi, si trovavano civili fuggiti dalle loro case nelle aree di al Atara e al Salatin. Adnan Abu Hasna, portavoce dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unwra), ha confermato la notizia, aggiungendo che sono morti due giovani fratelli. I feriti sono 14, fra cui la madre dei due ragazzi.

Dopo una notte di sporadici colpi d'arma da fuoco, riferiscono i media israeliani, l'aviazione dello Stato ebraico ha ripreso i raid nella Striscia attorno alle 5:00 del mattino (ora locale). Sono stati colpiti 50 obiettivi, fra cui 16 tunnel per il contrabbando di armi, due moschee, tre bunker, otto rampe di lancio di missili e sei aree minate. Durante i combattimenti notturni un soldato israeliano e' rimasto feriti.

E Hamas intende continuare a combattere e aderira' ad una tregua solo se saranno accettate le sue condizioni: lo ha dichiarato il rappresentante del movimento di resistenza islamico in Libano, Osama Hamdan, mentre il governo israeliano si appresta a decidere questa sera una tregua unilaterale nella Striscia. "Non dite che ci arrenderemo perche' non siamo e non saremo sconfitti. La nostra determinazione si rafforza ogni giorno, perche' cresce il debito con i martiri che hanno sparso il loro sangue. Noi continueremo a combattere", ha detto Hamdan in una conferenza stampa oggi a Beirut.

Intanto l'assemblea generale dell'Onu ha approvato una risoluzione che richiede un'immediato cessate il fuoco a Gaza, con 142 voti favorevoli, 4 contrari e otto astensioni. L'Assemblea chiede "il pieno rispetto della risoluzione 1860 del Consiglio di Sicurezza".

La risoluzione, non vincolante, e' frutto di negoziati fra l'Unione europea e il delegato palestinese, con l'appoggio dei Paesi arabi moderati, in contrapposizione ad un altro testo dai duri toni contro Israele sponsorizzato da un piccolo gruppo di Paesi arabi e latinoamericani guidati dall'Ecuador. Contro la risoluzione hanno votato Israele, gli Stati Uniti e l'isola del Pacifico di Nauru. Il Venezuela, che aveva detto di volersi astenere perche' il testo era troppo morbido, e' apparso sul tabellone fra i Paesi che hanno votato contro.

Il testo approvato comprende una frase, cui si opponevano i piu' radicali, secondo la quale "le popolazioni civili palestinesi e israeliane devono essere protette e le loro sofferenze devono terminare". Il delegato palestinese Riyad Mansour ha affermato che la risoluzione voluta dai Paesi piu' radicali avrebbe spaccato l'assemblea facendo "un regalo" a Israele.