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Gaza, Usa: ‘Cessate il fuoco immediato’

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GAZA – All'undicesimo giorno di operazioni militari israeliane a Gaza, quando il bilancio dei morti ha superato quota 600, gli Stati Uniti auspicano un cessate il fuoco immediato. Il portavoce del dipartimento di Stato americano, Sean McCormack, ha dichiarato: "Vorremmo assolutamente vedere un cessate il fuoco immediato. Un cessate il fuoco immediato che sia duraturo, sostenibile e non limitato nel tempo". Una richiesta che non è da interpretarsi come un cambiamento della politica fin qui seguita dagli Stati Uniti a proposito della crisi. Lo ha precisato la portavoce della Casa Bianca, Dana Perino. "Vogliamo un cessate il fuoco che sia duraturo al più presto possibile – ha chiarito – e se questo sarà immediato, noi certamente lo saluteremo con favore".

Un accordo per mettere fine all'offensiva israeliana a Gaza "non è lontano" ha detto oggi il presidente francese Nicolas Sarkozy, in visita al contingente Unifil nel sud del Libano dopo aver incontrato a Damasco il presidente siriano Bashar al-Assad , prima di tornare in Egitto per nuovi colloqui con il presidente egiziano Hosny Mubarak. "Sono convinto che ci siano delle soluzioni – ha assicurato – Non siamo lontani, quello che serve è semplicemente che uno degli attori cominci a far andare le cose nella giusta direzione".

Carri armati israeliani sono entrati questa mattina a Khan Younis, nel sud della Striscia, mentre continuano intensi i combattimenti e gli scontri alla periferia settentrionale di Gaza City, dove ieri nel cuore della città si sono verificati violenti scontri tra militanti palestinesi e soldati israeliani.

I servizi di emergenza dell'Autorità nazionale palestinese hanno riferito che sono 635 le vittime dell'operazione militare israeliana 'Piombo fuso' iniziata il 27 dicembre scorso, 2.900 i feriti.

Almeno 30 palestinesi sono rimasti uccisi e 45 feriti dai colpi d'artiglieria sparati da carri armati israeliani nei pressi di una scuola gestita dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) nel campo profughi di Jabaliya, nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito da New York un portavoce dell'Onu. Testimoni raccontano che al momento dell'attacco centinaia di persone si trovavano nei dintorni della scuola, nella speranza di trovare un rifugio dagli attacchi israeliani. Ma fonti dello Stato ebraico riferiscono che militanti palestinesi hanno aperto il fuoco contro i soldati israeliani, sparando dall'interno della scuola gestita dall'Onu. I carri armati avrebbero quindi risposto al fuoco.

Secondo l'agenzia palestinese Maan News, oltre alla scuola Al-Fakhura, nel campo profughi di Jabaliya, nella sola giornata odierna almeno 26 fra scuole e abitazioni civili sarebbero state colpite dal fuoco israeliano con un pesante bilancio di vittime fra donne e bambini. Sterminata anche una famiglia di dodici persone in un raid aereo israeliano contro la loro abitazione.

Nel corso dell'operazione di terra a Gaza, in due distinti incidenti, sono inoltre rimasti uccisi da 'fuoco amico' quattro soldati israeliani. In tutto finora sono sei i soldati israeliani morti, l'ultimo oggi mentre era impegnato in un'operazione di pattugliamento.

Intanto le brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, annunciano attacchi kamikaze. "All'alba di oggi – si legge in un comunicato ripreso dall'agenzia di stampa palestinese Maan – un nostro kamikaze si è fatto saltare in aria nel nord della striscia di Gaza per fermare un carro armato israeliano e ce ne sono diverse centinaia che attendono di fare lo stesso". Secondo un bilancio fornito dalla milizia islamica, i suoi uomini avrebbero ucciso 21 soldati israeliani e ne avrebbero feriti 79 dall'inizio dell'invasione di terra a Gaza. Lo stesso gruppo afferma inoltre di aver ucciso il vice comandante delle brigate israeliane Golani e sostiene di aver sventato un tentativo di sbarco sulle spiagge della Striscia di Gaza nella zona di Dir Balah.

Hamas, che ha inoltre rivendicato l'abbattimento di un drone israeliano nel sud della Striscia, continua anche il lancio di razzi che oggi ha preso di mira Gedera, situata a 30 chilometri di Tel Aviv. Un neonato di tre mesi è rimasto lievemente ferito. Stando ai media israeliani, un razzo sparato dai militanti di Hamas ha colpito una strada della città, nei pressi di una zona residenziale. Il neonato è stato ferito dai vetri di una finestra andata in frantumi. Altre quattro persone sono state ricoverate in stato di choc, tra le quali la madre del bambino.

Il dirigente di Hamas, Osama Hamdan, alla tv satellitare 'al-Arabiya', ha confermato che stasera al Cairo ci sarà un incontro tra una loro delegazione e il capo dei servizi segreti egiziani, Omar Suleyman. "Proporremo ad Hamas l'immediato cessate il fuoco in cambio del ripristino della tregua con Israele e l'apertura dei valichi di frontiera controllati da forze internazionali" hanno rivelato fonti egiziane al giornale arabo 'al-Sharq al-Awsat'.

Mentre il premier israeliano Ehud Olmert è tornato a respingere la richiesta dell'Unione Europea per una tregua umanitaria di 48 ore, assicurando che lo Stato ebraico manterrà il suo impegno di far arrivare nella Striscia beni di prima necessità per la popolazione. "Guardate dove stanno sparando – ha denunciato Olmert – Hanno raggiunto Gedera. Prima della tregua, sparavano fino a 20 chilometri, adesso arrivano a 40. Se ci fosse una tregua, sparerebbero fino a 60 chilometri e anche di più". Olmert ha poi chiarito che Israele non ha alcun interesse a un'offensiva prolungata nella Striscia. "Prima finisce, meglio è – sono state le parole del primo ministro – Non ci siamo prefissati di occupare Gaza o di uccidere tutti i terroristi. Il nostro obiettivo è di cambiare la situazione a sud", con la fine del lancio dei razzi.

Un monito è arrivato anche dal presidente israeliano, Shimon Peres. "L'Europa deve aprire gli occhi sugli scontri a Gaza – ha detto Peres – Nessuno dei Paesi europei sopporterebbe il lancio di razzi contro i propri cittadini e deve capire che Hamas è un'organizzazione terroristica della peggiore specie, che usa donne e bambini come scudi umani".

Ma Leila Shahid, delegata generale dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) presso Unione europea, Belgio e Lussemburgo, lancia un allarme: "A Gaza c'è una vera e propria carneficina, crimini di guerra, con intere famiglie che sono state uccise. Credo che l'urgenza sia mettere fine a questa carneficina il più rapidamente possibile, pretendendo un cessate il fuoco che purtroppo Israele ha rifiutato ieri al presidente Sarkozy e alla delegazione europea", ha ammonito la delegata palestinese, che ha anche accusato "il mondo di essere complice con il suo silenzio".