ROMA – È ormai solo un pace-maker a tenere in vita Tom Bertram, 18enne della cittadina di Portsmouth, contea Hampshire nel sud del Regno Unito. Il ragazzo lo scorso anno, ancora 17enne, ha subito una gravissima crisi cardiaca dovuta ad abuso di cocaina. Ne consumava, prima di essere messo ko dall'overdose, circa 60 strisce alla settimana, che corrispondono ad una media di circa 3 grammi di principio attivo (la quantità varia in base alla purezza dello stupefacente). Nonostante per il suo vizio spendesse da 3 mesi almeno 200 sterline ogni 7 giorni (circa 230 euro), in famiglia nessuno si era accorto del problema prima che collassasse.
Medici lo hanno salvato in extremis, attraverso l'impianto dell'apparecchio che consente al suo cuore di battere ancora, ma i danni che ha subito sono irreparabili. ''Mi dispiace – ammette Thomas in un intervista pubblicata sulle pagine del quotidiano inglese 'Daily Mail' – di aver messo la mia famiglia in questa situazione angosciante. Mi sento come se avessi avuto una seconda chance e voglio approfittarne. I medici hanno detto che se prendessi di nuovo cocaina sarei morto''.
Quello di Thomas sembra il classico percorso di avvicinamento alla tossicodipendenza. I primi contatti con la cannabis a 14 anni, esperienza che lo allontana dall'attività sportiva. L'estate dello scorso anno, dopo aver compiuto 17 anni, il salto di qualità: il passaggio alla cocaina e l'entrata in una spirale inarrestabile. Da quel momento il ragazzo spende tutto il suo denaro per acquistarla. ''La cocaina mi dava come una scossa e più fiducia in me stesso – confessa oggi Thomas – non ho mai considerato i rischi. Mi sentivo invincibile'' e chiunque intorno a me usava e offriva coca. È stata la madre a trovarlo agonizzante mentre tornava dal suo lavoro. Era ignara di tutto. Ormai i mesi di abuso avevano definitvamente danneggiato le coronarie del figlio rendendo il suo cuore malandato come quello di una persona anziana. Da qui la necessità del pace-maker.
Un'indagine del National Health Service (NHS) del Regno Unito rivela che, nel 2008, 60 under 18 hanno dovuto far ricorso a cure ospedaliere per abuso di cocaina, contro i soli 16 nel 1998.
Articlolo scritto da: Ign