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Gioco d’azzardo e dipendenze comportamentali

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Gioco d’azzardo e dipendenze comportamentali

Prosegue l'attività di sensibilizzazione sul gioco d’azzardo e le nuove "dipendenze comportamentali" (shopping compulsivo, dipendenza da internet, ecc.) promossa dal Gruppo G.A.N.D. del Dipartimento delle Dipendenze della Usl 8 di Arezzo. Due le iniziative in programma questo mese, due incontri pubblici, rivolti ai nuovi utenti, alle loro famiglie, ma anche a tutti coloro che vogliono saperne di più su queste patologie.

Il primo incontro si svolgerà presso la sede del Sert, in Via Fonte Veneziana 17, lunedì 26 gennaio 2009 alle ore 17.00 ed avrà come oggetto gli “Aspetti psicologici, sociali e farmacologici del giocatore d’azzardo”.
Il secondo incontro, invece, è in programma per Mercoledì 4 febbraio 2009, alle ore 18.30, presso la sede dell’Associazione di ex-giocatori "Mirimettoingioco" (via Cavour 97 Arezzo). In entrambi gli incontri sono previsti interventi degli operatori dell’èquipe clinica per il gioco d’azzardo del Dipartimento delle Dipendenze, delle famiglie e dei giocatori in trattamento che porteranno la loro testimonianza.

Questi incontri, che il SerT di Arezzo promuove dal 2006, si sono rilevati particolarmente utili nel favorire nella popolazione un confronto e una riflessione su queste nuove forme di dipendenza senza sostanze, che hanno a che fare con comportamenti spesso socialmente incentivati: lo shopping, il navigare in internet, il gioco alle macchinette piuttosto che al gratta e vinci, il gioco in borsa, ecc..

L'utenza del servizio e il profilo del giocatore medio
Da ottobre 2004 a dicembre 2008, ben 122 persone hanno preso contatto con il SerT di Arezzo per problemi di gioco d'azzardo e altre dipendenze comportamentali; tra questi, ci sono 64 famiglie che sono state prese in carico dal servizio e che hanno avviato un percorso integrato psico-socio-sanitario, che si articola in setting individuale e/o familiare e/o di gruppo.

In sintesi, il profilo medio del giocatore medio afferente al SerT di Arezzo è maschio, coniugato, giocatore di slotmachine, ha la licenza media inferiore e un lavoro da operaio, è fumatore, ha contratto molti debiti nel corso degli anni di gioco. La richiesta di aiuto al Servizio è effettuata nel 75,5% dei casi da un familiare. L’età media di inizio del gioco problematico è di 36 anni, mentre l'età media di accesso al SerT è di 42 anni, per cui il giocatore arriva al Servizio quando i danni psicologici, familiari, economici e sociali sono piuttosto ingenti.

Nell'ultimo anno (periodo 1/1/2008 – 31/12/2008) si evidenziano due dati interessanti: uno, riguardante l'età media di accesso al Sert di Arezzo per i nuovi utenti e, l'altro, relativo ai canali di invio al Servizio.
Rispetto ai nuovi utenti, si evidenzia l'abbassamento dell'età media tra i nuovo utenti giunti al SerT per il gioco d'azzardo nell'anno 2008: dai 42 anni dell'utenza generale in carico nel periodo 2004-2008, ai 38 anni dell'utenza nuova giunta al Servizio nel 2008; inoltre, tra questi nuovi utenti il 38% si pone in una fascia di età giovane (inferiore ai 33 anni). L'utenza più giovane arrivata al Servizio nell'ultimo anno, avendo una storia di gioco meno lunga, è anche meno compromessa su diversi piani: indebitamento, grado di coinvolgimento psicologico nel gioco, conflitti familiari, ecc.; tutto ciò rende possibile un lavoro di prevenzione oltre che di cura dei danni correlati al gioco d'azzardo.
Rispetto all'invio al Servizio, le richieste di aiuto giunte al Servizio sono dovute, oltre che all'invio da parte di specialisti come negli anni precedenti, anche al passa-parola, ai mass-media locali che hanno riportato articoli sulle dipendenze comportamentali e sulle iniziative di sensibilizzazione aperti alla popolazione e, più recentemente, alla presenza delle locandine informative che i gestori di gioco leciti hanno messo nei loro esercizi, accettando la “scommessa” di trasformare i luoghi di gioco in luoghi di prevenzione.

In altre parole, sembra che le azioni di sensibilizzazione e di informazione messe in atto nell'ultimo anno dalla rete territoriale per il gioco d'azzardo, che vede riuniti Dipartimento delle Dipendenze, Enti Locali, Prefettura, Guardia di Finanza, Caritas, Misericordia, Associazioni di categoria e Associazione Mirimettoingioco di ex-giocatori, comincino a promuovere una nuova “cultura” e una nuova “consapevolezza” sui rischi del gioco lecito e delle nuove forme di dipendenza senza sostanze nella popolazione aretina.