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I film ‘caldi’ del Festival di Roma

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ROMA – Pedofilia e corruzione politica, omofobia ma anche tanti amori gay, da quelli più estremi e rivoluzionari a quelli più normali e felici. E più in generale l'amore declinato nelle sue sfaccettature più contemporanee. E ancora: la crisi americana con i suoi risvolti più crudeli, il rapporto padri-figli e la 'maladolescenza' ma anche la religione e la spiritualità.

Il Festival Internazionale del Cinema di Roma non lesinerà titoli destinati a far discutere, con tematiche molto forti ma senza sequenze particolarmente scioccanti.

Il film-scandalo per antonomasia sembra annunciarsi 'Brotherskab' ('Brotherhood' ovvero 'Fratellanza), pellicola in concorso del regista italo-danese Nicolo Donato. La storia raccontata nel film è infatti quella di Lars, che lascia l'esercito ed entra a far parte di un gruppo neonazi, che organizza raid punitivi contro arabi e omosessuali. L'apprendistato alla 'fratellanza' è duro e Lars viene affiancato dal mentore Jimmy incaricato di testarne l'affidabilità e la preparazione sui testi fondamentali stile Mein Kampf. Imprevedibilmente, però, tra i due scoppia la passione. Un amore vissuto in segreto, finché alla fine le regole razziste e violente del gruppo metteranno gli amanti di fronte all'inevitabile contraddizione: tradire i 'fratelli' di ideologia o tradire l'altro e i propri sentimenti.

Nel nutrito filone omosex del Festival romano entra naturalmente anche l'italiano 'Viola di mare', la pellicola in concorso di Donatella Maiorca, che racconta l'amore saffico e rivoluzionario tra due ragazze nella Sicilia di fine '800: uno scandalo alla quale una delle protagoniste dovrà ovviare fingendosi uomo. A tematica omosessuale anche l'argentino 'Plan B' di Marco Berger, anche questo in concorso: il piano B del titolo è quello del protagonista Bruno, che vistosi soffiare la ragazza dal rivale Pablo, mette in atto la più crudele delle vendette, ovvero far sì che Pablo si innamori di lui.

Di forte impatto anche 'The red riding trilogy', una trilogia inglese fuori concorso tutta incentrata sulle indagini sullo squartatore dello Yorkshire, il serial killer che seminò il terrore nella contea inglese negli anni '70 e '80. Una trilogia in cui la fanno da padroni pedofilia e corruzione politica, fanatismo religioso e delitti contro bambini.

Non meno forte lo sguardo sulla crisi americana: quella attualissima dei licenziamenti post-crisi finanziaria portati avanti con grande crudeltà dal tagliatore di teste George Clooney in 'Up in the air', film in concorso di Jason Reitman, e quella valoriale che tiene in scacco alla fine degli anni '60 il professore del midwest protagonista di 'A serious man' dei fratelli Coen, fuori concorso.

Il rapporto padre-figlio tiene banco invece in 'Alza la testa' di Alessandro Angelini (dove nel finale tornerà anche il tema del rapporto con la diversità sessuale) e in 'A Boy Called Dad', del regista inglese Brian Percival in concorso nella sezione Alice nella città.

Mentre il tema della 'mala-adolescenza' è al centro di diverse pellicole, con squarci molto duri e rabbiosi sulla realtà italiana ed internazionale, in titoli come 'Marpiccolo' di Alessandro di Robilant, 'Songs of Cuba' , il documentario di Andrew Lang in concorso nella sezione Extra sull'infanzia eroica e commovente dei baby pugili cubani, e 'After' dello spagnolo Alberto Rodriguez dove tre amici madrileni trentenni che hanno avuto tutto, tentano un disperato ritorno all'adolescenza in una notte fatta di sesso, droga, alcol ed eccessi vari.

Nelle varie declinazioni amorose c'è anche quello bestiale proposto nel film cinese 'Lang Zai Ji' in anteprima fuori concorso (titolo internazionale 'The Warrior and the Wolf') del regista Tian Zhuangzhuang dove nella Cina imperiale di duemila anni fa il Comandante Lu trova rifugio in un villaggio della tribù maledetta degli Harran, che vivono sottoterra e di cui la leggenda racconta si tramutino in lupi. Un 'amore bestiale' (i due si trasformano in lupi durante l'amplesso) legherà Lu ad una misteriosa, inquietante vedova.

Tanti sono poi i film in cui è preponderante il tema religioso e spirituale: 'Popieluszko – Wolnosc jest w nas' (titolo internazionale 'Popieluszko, Freedom is Within Us') di Rafal Wieczynski che racconta la storia del prete perseguitato dal regime comunista polacco perché vicino a 'Solidarnosc'; 'Vision' di Margarethe von Trotta, che racconta la storia di Hildegard von Bingen, donna realmente esistita, decima figlia di una ricca e nobile famiglia tedesca che si accorge ben presto di avere una spiccata sensibilità visionaria, ma lo nasconde a tutti. Alla nascita è stata promessa a Dio e all'età di 8 anni consegnata ad un monastero Benedettino. C'è poi lo spiritualissimo 'Hachiko, A Dog's Story', di Lasse Hallstrom, interpretato dal buddista Richard Gere, che è il riadattamento americano di un famoso racconto giapponese ispirato a una vicenda vera: la storia di Hachi, un cane di razza Akita, e dell'amicizia speciale e commovente con il suo padrone. E ancora 'The Last Station' di Michael Hoffman, che racconta il cambiamento spirituale di Tolstoj: in nome della sua nuova religione utopica e delle sue idee anarco-cristiane, il grande romanziere russo rinuncia al titolo nobiliare e alle sue proprietà per diventare povero, vegetariano e celibe, nonostante cinquant'anni di matrimonio con la Contessa Sofa, che lotterà fino alla fine per riprenderselo solo 'all'ultima stazione'.

Due film destinati a far parlare per il loro sguardo su periodi storici ancora oggetto di dibattito politico sono poi 'L'uomo che verrà' di Giorgio Diritti, che racconta la strage di Marzabotto con gli occhi degli umili, e 'Le concert' di Radu Mihaileanu, una commedia grottesca sull'ex Urss e su quanto gli è succeduto.

Attualissimi e destinati a far discutere anche due documentari italiani in concorso nella sezione Extra: 'L'Italia del nostro scontento' diretto a sei mani da Elisa Fuksas, Francesca Muci e Lucrezia Le Moli, dove al verde, bianco e rosso che contraddistinguono i tre capitoli corrispondono altrettanti temi dell'Italia contemporanea (ambiente, giovani, politica) e 'Fratelli d'Italia' di Claudio Giovannesi dove tre adolescenti stranieri, o meglio italiani di seconda generazione, porgono alla videocamera, senza filtri, aspirazioni, affetti, humour e rabbia.

Articlolo scritto da: Adnkronos