Home Cronaca I partigiani di via Rasella non furono ‘massacratori’

I partigiani di via Rasella non furono ‘massacratori’

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Roma – "Non furono massacratori" i partigiani di via Rasella che il 23 marzo del '44, a Roma, misero in atto un attentato contro i tedeschi del battaglione SS Bozen.

Lo ha sancito la Cassazione nell'accogliere il ricorso di Elena Bentivegna, la figlia di Carla Capponi, componente del gruppo partigiani di via Rasella, che chiedeva di essere risarcita in seguito ad un articolo comparso sul quotidiano 'Il Tempo' nel quale si sosteneva che "la Cassazione da' la patente di eroi ai massacratori di civili in via Rasella".

Secondo la III Sezione civile (sentenza 16916) "l'uso del termine 'massacratori' in innegabile sinergia con la parola 'civili', con evidente inequivoco effetto di accostare l'atto di guerra compiuto dai partigiani all'eccidio di connazionali inermi assume senz'altro aspetti contenutistici né metaforici in punto di immediate evocazione non già di negativi giudizi storici, ma di vere e proprie affermazioni lesive della dignità e dell'onore dei destinatari".

Da qui la decisione di piazza Cavour di annullare con rinvio la decisione della Corte d'Appello di Roma, del maggio 2004, che non aveva ritenuto diffamatorio l'epiteto utilizzato dal quotidiano ritenendolo "un legittimo giudizio storico negativo" che non trascendeva "in attacchi personali".

Di diverso avviso la Cassazione che, accogliendo il percorso della figlia di Carla Capponi, ha ritenuto l'espressione diffamatoria. "E' innegabile – scrive il relatore Giacomo Travaglino – che se già l'epiteto di massacratori ben difficilmente può essere ritenuto espressione di un più complesso giudizio storico negativo, l'ulteriore, ben più pregnante specificazione che, di quel massacro, furono destinatari i civili e dunque, i concittadini italiani del gruppo partigiano, non potendo essere ritenuti tali i militari dell'esercito nazista assume senz'altro aspetti contenutistici di vere e proprie affermazioni lesive della dignità".

Il quotidiano 'Il Tempo', rileva sempre la sentenza di piazza Cavour aveva attribuito l'epiteto di 'massacratori' ai partigiani di via Rasella nel commentare la decisione di una sentenza della Cassazione che ebbe a qualificare l'attacco dei partigiani ad un reparto armato delle SS come un "legittimo atto di guerra" posto in essere da altrettanto "legittimi belligeranti".

Nel commentare la decisione, il quotidiano con un vistoso richiamo in prima pagina aveva appunto titolato: "La Cassazione da' la patente di eroi ai massacratori di via Rasella". Epiteto, dice chiaramente la Cassazione, lesivo della dignità dei partigiani e per questo diffamatorio.

Articlolo scritto da: Adnkronos