Home Attualità Il casanova che rubava biciclette: è il ‘Toscanaccio’

Il casanova che rubava biciclette: è il ‘Toscanaccio’

0
Il casanova che rubava biciclette: è il ‘Toscanaccio’

AREZZO – “Oscar che significa fare un film? E’ meglio di vendere le biciclette?”
Tutto ebbe inizio da questa domanda, quando Matteo sognava di mettere su pellicola la propria vita decisamente “particolare”…. senza un euro! “Il Toscanaccio” è un film, basato sulla vera storia di Matteo, quasi un reality, dove Iside è davvero sua madre, Valentina davvero sua sorella e Marianna davvero la sua migliore amica.

Chi è “Il Toscanaccio?” Matteo, un ragazzo, classe 1974 curioso, semplice con un segno particolare: aretino doc, anzi quaratino!! Studente universitario, figlio di una famiglia onesta e lavoratrice, si paga gli studi seguendo la filosofia ( rivisitata) di “Robin Hood”, cioè quella di “rubare a chi capita per donare a ….se stesso! Ruba biciclette e le rivende a ragazze straniere, che studiano a Firenze, con le quali condivide spesso, qualcosa in più della semplice amicizia… Matteo è un Casanova, ma quando incontra Yvonne tutto cambia…

Cavaliere errante senza cavallo ma con un’inseparabile vespa, un giorno decide di fare un film.
“Matteo, quando ti troverai un lavoro” Questa la frase che tutti gli ripetono, ma da buon toscano, più glie dicono una cosa, più ne fà un’altra!

Scappa a Barcelona, dove, grazie ad un amico calciatore, effettua uno stage con l’F.C. Barcelona e dove comincerà a parlare sul serio del suo grande sogno all’amico regista Oscar, coinquilino di una delle numerose case dove Matteo veniva ospitato e con il quale lavorerà alla realizzazione del suo grande progetto. La laurea, le feste, le avventure, le amicizie, Yvonne, rendono tutto ancora più intenso, fino al momento in cui Matteo e la sua vespa…….

Già “passato” dal festival di Montecarlo e alla Festa Internazionale del cinema di Roma, approda ora in terra toscana, più pecisamente nell’aretino, dove Matteo è nato, per l’anteprima italiana.
Una commedia che non vuole scavalcare quella dei “grandi maestri” made in Toscana, ma si vuole affiancare ad essa, reinterpretandola a proprio modo; un cinema reale ed immaginario allo stesso tempo, come del resto è la vita stessa, una vita fatta di sogni.