ROMA – Il dono dell'ubiquità non è proprio così irraggiungibile: tutti ne possediamo almeno una parte, ben nascosta nel cervello. Un team di ricercatori giapponesi ha scoperto, infatti, una sorta di interruttore che permette alla nostra mente di eseguire diverse azioni in riposta a un identico stimolo. Insomma, di essere al lavoro 'su diversi fronti' contemporaneamente. In uno studio, pubblicato su 'Neuron', il gruppo di Ryo Sasaki della Juntendo University School of Medicine di Tokyo suggerisce che le informazioni delle singole cellule cerebrali non possono essere interpretate differentemente in un breve lasso di tempo. Dunque probabilmente il cervello le indirizza in canali diversi, in base alle azioni da compiere.
Gli esseri umani sfoggiano un'incredibile flessibilità quando si tratta di adattarsi a eseguire un compito particolare. Ad esempio, quando si legge la parola 'blu' scritta in inchiostro rosso, si puo' optare per risposte separate in base al colore o al significato. "Benché siano ben noti i ruoli della corteccia frontale in questo tipo di 'switch' mentale, si sa ancora poco su come le reti neurali che governano le associazioni sensoriali e motorie si adattino a questo tipo di cambiamenti", spiega il primo autore dello studio, Takanori Uka.
I ricercatori hanno indagato su come identici segnali sensoriali siano 'tradotti' in distinti segnali motori. In particolare, il gruppo ha esaminato le risposte dei neuroni medio-temporali (MT) e l'associazione tra questi e le funzioni di trasferimento dei dati nelle scimmie, mentre erano impegnate a destreggiarsi tra esercizi di direzione e di comprensione della profondita'.
Gli animali erano stati addestrati a vedere dei punti su uno schermo e indicare se questi si muovevano su o giu' quando vedevano il color magenta, oppure se erano piu' vicini o piu' lontani quando vedevano l'azzurro. "Abbiamo scoperto che la sensibilita' neuronale era quasi identica sia negli esercizi relativi alla distanza che in quelli sulla profondita'. In pratica, questo vuol dire che l'attivita' neuronale dipende dallo stimolo visivo e non dal compito", spiega Uka.
Questa scoperta suggerisce che il segnale che colpisce l'area nel mirino non e' direttamente responsabile della flessibilita' cerebrale. I ricercatori mostrano anche, nel loro studio, che i messaggi inviati da diverse popolazioni di neuroni MT sono necessari per compiere esercizi differenti.
"In pratica, la chiave della flessibilità sta nella comunicazione di diverse popolazioni di neuroni MT all'interno di un sistema decisionale. Ipotizziamo che singoli neuroni non possano passare da un segnale a un altro in un breve lasso di tempo, così – spiega Uka – il cervello si garantisce una flessibilità di comportamenti preparando canali separati per ciascun compito attraverso l'apprendimento, e quindi scelga la rete più appropriata rispetto all'azione da compiere, piuttosto che cambiare i segnali".
Articlolo scritto da: Adnkronos Salute