Home Attualità Il lavoro di integrazione con i Comuni. Eccellenze e criticità

Il lavoro di integrazione con i Comuni. Eccellenze e criticità

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AREZZO – Quando si parla di sanità si pensa quasi sempre solo ed esclusivamente all’ospedale. Struttura in realtà che rappresenta una percentuale minima delle prestazioni a cui ogni persona fa ricorso nella vita. Sempre piùà è il cosiddetto territorio che interviene, sia in fase preventiva delle malattie, sia in fase di recupero e convalescenza. Con un mix di integrazione con i servizi di natura sociale, non propriamente sanitari, ormai indissolubile.
Una fotografia che è stata ampiamente tracciata e valutata nel’incontro svoltosi nella sede di via Guadagnoli fra la Direzione strategica della Asl, i responsabili delle Unità funzionali e il rappresentante della conferenza dei sindaci di zona, l’assessore Francesca Tavanti.

UNA RICOGNIZIONE INDISPENSABILE
“Abbiamo organizzato questi incontri – ha sottolineato Enrico Desideri, direttore generale della Asl – per avere una più dettagliata conoscenze dei problemi, ma anche delle eccellenze, per confrontare i modelli da zona a zona, e arrivare poi ad una programmazione della nostra attività integrata con altri soggetti nostri partner”.
Impostazione apprezzata dall’assessore Tavanti che ha spiegato come “il sindaco Fanfani ha ridato un ruolo alla conferenza di zona. Per noi è già buono, ma si può ancora migliorare, il livello di coordinamento con la Asl per risposte integrate: c'è da lavorare in vista anche dell'eventuale sviluppo nella Società della Salute.”
La ricognizione delle diverse aree permette di confermare dati epidemiologici sullo stato di salute della popolazione aretina. Una crescita costante e importante del’età, sposta anche gli obiettivi delle risposte da dare. E si sviluppa la necessità di intercettare la malattia prima che questa si sviluppi. Il ruolo dei medici di medicina generale ancor più centrale in un rapporto costante e strutturato con le unità funzionali e specialistiche della Asl, nell’unico obiettivo di non pensare ai cittadini esclusivamente nel momento della criticità, ma in un progetto complessivo di salite.
In questo ambito stato sollecitata una profonda riorganizzazione e la necessità di delineare i rapporti con i Dipartimenti Territoriali (DSM e Sert), integrazione con Medici di famiglia e pediatri e le forme associative. Nell’area aretina solo il 17% dei medici non aderisce a forme di associazione e ci sono venti medici che lavorano i 7 sedi distrettuali. Da loro arrivano, e solo essenziali per una buona programmazione, dati epidemiologici che consentono di individuare meglio i bisogni della popolazione.

SEGUIRE I PAZIENTI FRA TERRITORIO E OSPEDALE
Funziona bene e va potenziata la cosiddetta “ Rete ospedale–territorio”: l'Agenzia per le dimissioni ospedaliere (partita a maggio) in soli 4 mesi ha organizzato le dimissioni difficili di oltre 300 persone . Ci sono le cure intermedie, con l'ospedale di comunità ha una piena occupazione (più del 90%), fornendo risposte sia all'ospedale per le dimissioni (50%) che ai medici di medicina generale (50%). Positiva l'esperienza della pneumologia territoriale
Per la non autosufficienza nell’area aretina sono stati valutati da inizio anno 573 anziani e seguiti con follow up: previsto il raddoppio entro la fine l'anno di coloro che sono curati a domicilio (sono 45 gli utenti seguiti dall'ADI ogni giorno),
Particolare attenzione è stata posta all’odontoiatria: “è da sostenere ulteriormente – ha sottolineato il Dg Desideri – per la rilevanza sociale (classi deboli) in periodo di crisi. Fornisce una risposta a chi non si può permettere il privato, e stiamo registrando un importante aumento della richiesta.”
Il lavoro, a volte poco enfatizzato del Consultorio, deve essere ulteriormente sviluppato . E ci sono altre attività importanti per le quali serve uno scatto forte ed un incremento di sviluppo e di offerta: siamo l'ultima ASL per l'A.F.A. (attività fisica assistita) alla quale aderisce solo il 3,1% della popolazione con più di 65 anni. Sui 75.000 ultrasessantacinquenni presenti nella nostra Asl, solo 235 hanno seguito i corsi. La regione ha previsto questa attività particolarmente utile a persone con artrosi, osteoporosi, vita sedentaria in genere e altre malattie croniche . “Non si tratta – è stato detto – di un autentico percorso sanitario, ma la Asl può mettere a disposizione i locali, e con i Comuni ma va fatto un piano per reclutare gli insegnanti provenienti dall’Isef”
Si è quindi discusso del “Patto per la salute dell'ambiente”, che prevede specifici progetti in aree diverse, ma contigue fra loro: Inquinamento acustico (linee guida con i Comuni per la costruzione di edifici a norma, autorizzazioni in deroga), sicurezza alimentare (certificazione dei settori che se ne occupano SPIAN e Veterinaria, con la classificazione delle imprese per rischio e controlli), sicurezza del lavoro in agricoltura e selvicoltura, per il quale è stato costituito l'osservatorio, semplificazione e informatizzazione delle procedure per l'invalidità civile.
L’integrazione Asl-territorio garantisce grandi risultati anche sul fronte della Salute mentale. Per gli adulti funziona, e va ulteriormente potenziato l'inserimento lavorativo (problema della crisi) e individuata la soluzione abitativa (proposto l'assegnazione di edilizia popolare per coabitazioni). Arezzo, infine, ha il tasso di ricovero Tso (trattamento sanitario obbligatorio) più basso della Toscana, grazie a precise politiche di prevenzione. E per l’infanzia c’è una buona integrazione con la scuola )sono ben definite e applicate le procedure per le segnalazioni, buono il rapporto con pediatri e medici di famiglia, la rete con gli alti servizi Asl (passaggio all'età adulta, disturbi del comportamento alimentare, ecc..), buona la collaborazione con il tribunale dei minori”
C’è un problema da risolvere: liste di attesa lunghe per l'infanzia. La presa in carico è complessa e richiede più professionalità non sempre presenti, in parte risolti con il ricorso al privato. Sono stati sollecitati progetti sull'autismo (previsto l'ambulatorio dedicato e collaborazione con i pediatri per l'individuazione precoce), una patologia attualmente sottovalutata, con interventi tardivi.

DIPENDENZE, TROPPI COLORO CHE SI CURANO
Altra criticità, segnalata dal Sert, la difficoltà di arrivare al grande sommerso delle dipendenze non da sostanze stupefacenti: alcool, fumo, gioco d’azzardo. C’è poi una vera e propria emergenza che si chiama “cocaina”: oggi 400 dei 1200 seguiti per le sostanze stupefacenti, arrivano dall’uso di cocaina. Ma c’è appunto un grande sommerso, che non si riesce a raggiungere.
Nel corso dell’incontro è stato ribadito che presto arriverà la carta sanitaria elettronica, e che entro l’anno si concluderà la revisione delle esenzioni da ticket e gli attestati per malati oncologici.
Il Direttore Sanitario, Branka Vujovic, alla fine delle ricognizioni nelle cinque zone, ha sottolineato l’importanza della conoscenza diretta dei problemi, confermando la riorganizzazione delle attività entro l'anno.
Sollecitata anche ad Arezzo una maggiore attenzione all’abuso di farmaci, dannoso sul versante della salute dei cittadini e su quello della distrazione di risorse che potrebbero essere investire in servizi realmente positivi.
Concludendo l’incontro, il Direttore generale ha preso atto della “gran voglia di fare” trovata nel personale della Asl, e nella grande disponibilità a collaborare delle amministrazioni locali e del mondo del volontariato.