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Il Rock sbarca a ‘Sesto Estate’ con il concerto degli Afterhours

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Il Rock sbarca a ‘Sesto Estate’ con il concerto degli Afterhours

Sesto Fiorentino (FI) – Chi crede che il panorama musicale italiano sia triste e uggioso e il rock sia ormai morto e sepolto dovrà ricredersi. Venerdì 10 luglio, nel parco di Villa Solaria, a Sesto Fiorentino, si è conclusa la rassegna musicale della manifestazione “Sesto Estate” con il concerto degli Afterhours. Dopo il tour americano, la band torna ad esibirsi dal vivo con il tour estivo “Voglio far qualcosa che serva”.
Sul palco uno sfondo essenziale, che ritrae un’enorme piuma a forma di stivale, l’Italia, motivo ricorrente nella copertina dell’ultimo album-progetto “Il Paese è reale”, realizzato in collaborazione con altri 19 artisti appartenenti all’attuale scena musicale italiana.
Dopo il concerto d’apertura della storica band fiorentina Diaframma, sale sul palco la band, con un anello mancante, Enrico Grabrielli, musicista poliedrico e di grande talento che ad aprile ha lasciato il gruppo. Manuel Agnelli esordisce con un pezzo al piano, poi abbraccia la chitarra con il brano con cui la band si è aggiudicata il premio della critica a Sanremo, “Il Paese è reale”. Segue un crescendo che ripercorre successi del gruppo e che vede alternarsi momenti di rock intenso e di sofferte ballate. Numerosi i brani dell’album “I Milanesi ammazzano il sabato” come “Naufragio sull’isola del tesoro”, “È solo febbre”, “Nessuna carne da cannone per Dio”, “I Milanesi ammazzano il sabato”, “Tutti gli uomini del Presidente”, “Musa di nessuno”, “Tema: la mia città”, ma anche del capolavoro, “Ballata per piccole iene”, contentente pezzi di grande potenza espressiva, come “La sottile linea bianca”, “E’ la fine la più importante”, “Ballata per la mia piccola iena”, “Ci sono molti modi”, “La vedova bianca”, “Sangue di Giuda”. Non mancano anche brani più datati come “Male di Miele”, “Lasciami leccare l’adrenalina”, “Bungee Jumping”, “Voglio una pelle splendida”, la più ottimista “Non è per sempre”.
Manuel, con il suo efficace modo di passare dall’urlo al sussurro, è intenso anche quando recita “Ma si…” in “Bye bye Bombay” e in “Quello che non c’è” riesce a scatenare ancora una volta una rabbia struggente, fuori dal comune. Tra le cover sorprende una delicata “What a wonderful world”, celebre canzone di Louis Armstrong, eseguita al piano da Manuel.
Anche in questa occasione gli Afterhours hanno dimostrato di riuscire a far vibrare e smuovere intere e variegate platee, di stupire attraverso cover, brani eseguiti di rado o, ancora più spesso, arrangiamenti insoliti di vecchi brani, ma soprattutto di riuscire a toccare tutte le emozioni con le loro impietose, corrosive, ma pur sempre lucide riflessioni sulla realtà.

Articlolo scritto da: Maddalena De Donato