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Il segreto della longevità? Un gene mutante trovato nel …

Il segreto della longevità? Un gene mutante trovato nel Dna dei centenari

Roma, 18 nov. (Adnkronos Salute) – Il segreto dei centenari è nel Dna. Un gruppo di ricercatori americani ha scoperto, infatti, che la chiave per vivere a lungo e in salute è celata in alcune varianti genetiche di un enzima, la telomerasi, con un ruolo chiave nell'invecchiamento. In pratica, nei centenari la telomerasi, sostanza in grado di mantenere la lunghezza dei telomeri (i 'pezzetti' del Dna alle estremità dei cromosomi), è iperattiva, e di fatto rallenta il processo di invecchiamento cellulare.

Gli studiosi dell'Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University di New York (Usa) hanno studiato il Dna di un gruppo di ebrei Ashkenazi, scoprendo che i più longevi possedevano una versione mutata dell'enzima, ereditato dagli avi e passato ai discendenti. La ricerca è stata condotta su 86 persone molto anziane ma in buona salute (l'età media era di 97 anni), su 175 discendenti diretti e su 93 soggetti di controllo, nati da genitori non particolarmente longevi, come si legge su 'Pnas'.

"Gli esseri umani con un'eccezionale durata della vita sono maggiormente in grado di conservare la lunghezza dei propri telomeri" spiega Yousin Suh, responsabile della ricerca. "Abbiamo scoperto – prosegue Suh – che queste persone devono la loro longevità, almeno in parte, a varianti vantaggiose dei geni coinvolti nella conservazione dei telomeri". Il confronto ha permesso di scoprire che i centenari, ma anche i loro discendenti, possiedono un gene mutante che conserva la lunghezza dei telomeri, via via che le cellule si dividono con il passare del tempo. Questo vuol dire che queste persone sono più protette contro le malattie collegate all'invecchiamento, come patologie cardiovascolari e diabete, si legge su 'Daily Mail'.

"Ora stiamo cercando di comprendere il meccanismo attraverso il quale queste varianti genetiche della telomerasi mantengono i telomeri lunghi nei centenari. Potrebbe essere possibile – conclude Suh – sviluppare dei farmaci che mimino la telomerasi che i nostri centenari hanno ereditato".