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Il Sindaco sull’Archivio Vasariano

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Il Sindaco sull’Archivio Vasariano
Giuseppe Fanfani

AREZZO – Marco Donati (Pd) ha illustrato una mozione inerente l’Archivio Vasariano per il quale è in corso come noto una procedura di trasferimento a titolo oneroso tra privati.
“Oggetto della trattativa è patrimonio culturale, storico e artistico di straordinaria importanza che, a prescindere dalla disponibilità del bene, è attualmente gravato da vincolo pertinenziale che impedisce di trasferirlo materialmente. Nel 2011 si terranno le celebrazioni per il cinquecentenario della nascita di Vasari, appuntamento che rappresenta un vanto per l’intera comunità aretina. La mozione intende impegnare il Sindaco e la Giunta ad attivare tutte le procedure necessarie al fine di preservare il mantenimento dell’Archivio Vasariano nel territorio del Comune di Arezzo, a tenere costantemente informato il Consiglio Comunale rispetto agli esiti di questa vicenda, a inviare il testo della mozione al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Sandro Bondi e, per conoscenza, al Presidente della Regione Toscana Claudio Martini e agli onorevoli Maurizio Bianconi, Donella Mattesini e Rolando Nannicini”.
Per Pier Luigi Rossi (Fi verso il Pdl) “occorre ritirare questa mozione alla luce del fatto che risulta datata, non aggiornata e perché, se vogliamo arrivare a una posizione unanime del Consiglio Comunale, chiediamo come gruppo alcune modifiche che sottolineino punti a noi cari: fare di Casa Vasari luogo di studio sul Rinascimento, riprendere le pubblicazioni della rivista ‘Il Vasari’ già promossa nel ’900 da Alessandro Del Vita, conoscere le iniziative del 2011 di cui nulla sappiamo, impedire non solo il trasferimento dell’archivio ma anche di una sola carta, cosa che ne comprometterebbe l’unitarietà”.
Pasquale Macrì (Pd) ha proposto “una riunione allargata della commissione consiliare cultura perché da questa sede parta un’iniziativa da Arezzo avente a oggetto il bene in questione. Basta poi legare cultura a turismo: la prima è strumento di promozione della persona umana ma di essa si parla sempre come di qualcosa di imprescindibilmente legato all’aspetto turistico-economico. Così, finisce che prevale l’economia sulla cultura con le oramai inflazionate sfilate di bancarelle di prodotti alimentari a ogni evento. E a proposito di eventi, mi auguro che nel 2011 non ci siano le solite mostre autoreferenzali di cui poi dover dare conto alla collettività. Esorto il Sindaco a non stancarsi in questa sua battaglia perché la questione culturale è preminente rispetto al vincolo pertinenziale e se vogliamo sfruttare bene le celebrazioni del 2011, potremmo perfino pensare alla organizzazione ad Arezzo di un festival internazionale di storia dell’arte, visto che siamo la città che ha dato i natali al padre di questa disciplina, con il coinvolgimento delle università internazionali”.
Il Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani ha messo in luce i risvolti della vicenda giudiziaria che ha posto “una pietra tombale sopra ogni pretesa che poteva vantare il Comune di Arezzo. La sentenza 581 del 12 aprile del 2000 della Corte di Appello spogliava il Comune di Arezzo dalla sua potestà sull’Archivio Vasari, dando ragione ai Festari i quali avevano invece visto respinto il loro ricorso in primo grado contro il mantenimento del deposito perpetuo a favore dell’ente pubblico. Il 27 aprile 2001, il Comune di Arezzo decideva inizialmente di ricorrere in Cassazione contro il giudizio della Corte di Appello poi di rinunciarvi con delibera di Giunta del 19 gennaio 2004. Nell’occasione, la Giunta, preso atto che era in corso ulteriore trattativa tra Comune, Festari e organi statali per la valorizzazione dell’archivio, deliberò di non volere correre il rischio di incombenze a seguito della eventuale perdita del ricorso in Cassazione. Perciò riconosceva Festari proprietario dell’archivio e dava per risolto il deposito perpetuo. È questa la rinuncia formale e tombale del Comune di Arezzo sulla vicenda. E il 27 gennaio 2004, una settimana dopo, era stata fissata l’udienza in Cassazione! Se partiamo dal presupposto che l’archivio è preziosissimo l’ultima cosa che dovevamo fare era rinunciarvi, considerando inoltre che la sentenza di primo grado era andata d’altronde bene con la conferma del deposito perpetuo. Dunque al Comune resta una sola speranza, il Ministero, perché siamo di fronte, drammaticamente, a due atti: quello del 1921 della Fraternita che rinuncia alla proprietà dell’archivio a vantaggio dei privati e la delibera di Giunta che spoglia il Comune del deposito perpetuo e determina il passaggio in giudicato della sentenza della Corte d’Appello. Dubito infine, e la cosa aumenta la mia preoccupazione, che ci siano persone disposte a spendere 150.000 milioni di euro senza avere la garanzia di poter portare in giro per il mondo un bene. Mi auguro che i russi possano portare in giro solo le copie ma l’anomalia e lo sostanza dell’investimento sono tali da paventare tutti i rischi”.
Luigi Lucherini (Fi verso il Pdl) ha ribadito che “c’è tutta una serie di atti e fatti che giustificano una delibera presa evidentemente dall’amministrazione che presiedevo: Casa Vasari è diventata da comunale a statale con tutto quello che c’era dentro, il vincolo pertinenziale perpetuo del Ministero sostituiva quanto previsto negli atti notarili del 1921. Episodi, insieme al fatto che il Comune era inadempiente da secoli, che cambiavano il quadro giuridico e paventavano il pericolo di dovere pagare da parte del Comune di Arezzo una cifra impressionante per i danni che i Festari reclamavano”.
Forte la denuncia di Alessandro Arcangioli (Pd): “veniamo a scoprire oggi una delibera presa nel 2004 mentre ero consigliere comunale. Una delibera di cui sono stato tenuto all’oscuro all’epoca, un atto incredibile di fronte al quale avrei preferito che l’ex sindaco Lucherini riconoscesse l’errore. Per questi sopravvenuti elementi chiedo il ritiro dell’atto di Donati e una nuova discussione alla presenza dei rappresentanti degli organi competenti alla tutela dell’archivio”.
Anche Marco Tulli (Sinistra) si è detto “allibito che in questi due mesi la cosa non sia venuta fuori, anzi sia stata sottaciuta accuratamente. Ma credo che, al di là del sottoscritto, di questo comportamento resti allibita la città”.
Richiesta di approfondimenti giuridici è venuta dai consiglieri Marco Manneschi (Città aperta – Idv) e Paolo Enrico Ammirati (An), unico assente nella riunione di Giunta del 19 gennaio 2004 come ricordato dal Sindaco Fanfani, il quale ha sottolineato un aspetto di competenza: “può la Giunta rinunciare a un deposito perpetuo? La famiglia Festari inoltre, nel tempo, avrebbe cercato di entrare in possesso dell’archivio senza che le carte le fossero tuttavia consegnate. Significa giuridicamente qualcosa questa fattispecie?”.
Il proponente Marco Donati ha preso atto che dalla discussione sono emerse considerazioni tali da “portare al ritiro dell’atto, in vista di una riformulazione condivisa, di nuove valutazioni e dell’acquisizione di ogni altra certezza giuridica”.