Home Cronaca Immigrati, altolà dei vescovi al governo

Immigrati, altolà dei vescovi al governo

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ROMA – Se il reato di clandestinita' non verra' modificato nel dibattito parlamentare c'e' il rischio che si arrivi alla negazione dei diritti fondamentali dell'uomo. A lanciare il monito è dai microfoni della 'Radio Vaticana' Gianromano Gnesotto, responsabile immigrazione della Fondazione Migrantes della Cei. Il problema ha spiegato il sacerdote, e' che se si procede in questa direzione non solo avremo dei cittadini di serie B, ''ma persone che non vengono tutelate e alle quali determinati diritti fondamentali vengono di fatto negati. Quindi, piu' che cittadini di serie B, qui si tratta di una discriminante tra persone e non-persone''.

''Se questo presunto reato di clandestinita' non viene in qualche modo modificato – ha aggiunto Gnesotto – subiremo delle conseguenze notevoli non soltanto per quanto riguarda gli immigrati, ma anche per quanto riguarda i diritti fondamentali quali quelli, appunto, della salute o dell'istruzione''.

''Indubbiamente – ha proseguito – nel dibattito politico sembra che questo sia un punto che alcune forze politiche tengono fermo. Forse potrebbe essere in qualche modo trovata una via di mezzo, distinguendo tra coloro che entrano nel territorio dello Stato sottraendosi ai controlli di frontiera, e coloro che, invece, essendo entrati anche regolarmente nel territorio e poi, per molte ragioni, hanno visto il loro permesso non rinnovato e in quanto tali, irregolari, ecco, per questi bisognerebbe avere forse un occhio particolare senza l'applicazione di questa fattispecie di reato''.

il ministro dell'Interno Roberto Maroni sottolinea dal canto suo l'importanza del contrasto all'immigrazione clandestina aggiungendo però che "la vita delle persone che disperatamente cercano di sottrarsi alla miseria o alla guerra viene per noi prima di ogni altra considerazione e questo principio ha sempre ispirato l'attivita' di search and rescue che le forze di polizia e la Marina militare svolgono nel Mediterraneo, spesso anche in acque non di competenza italiana".

A giudizio di Maroni la collaborazione con la Libia "sta cominciando a dare i risultati sperati e l'operazione condotta ieri di concerto tra l'Italia e le autorita' libiche (che ha consentito per la prima volta del respingimento diretto in Libia dei clandestini che si trovavano in acque internazionale) conferma l'avvio di una nuova fase nel contrasto all'immigrazione illegale che origina dal continente africano".

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign