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Immigrazione, monito del Papa ai fedeli

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CITTA' DEL VATICANO – I cristiani devono ascoltare la parola di Dio e per questo non devono cedere al disprezzo e al rifiuto del diverso. E' questo il forte monito del Papa sul tema dell'immigrazione, ricevendo i partecipanti al VI Congresso mondiale della pastorale dei migranti e dei rifugiati che è iniziato oggi in Vaticano e ha per titolo: ''Una risposta pastorale al fenomeno migratorio nell'era della globalizzazione. A cinque anni dall'Istruzione Erga migrantes cartias Christi''. Ai lavori della mattinata era presente anche il presidente del Senato Renato Schifani che è intervenuto nell'assise. ''Occorre dare risposte adeguate – ha detto il Pontefice – ai grandi cambiamenti sociali in atto, avendo chiaro che non ci può essere uno sviluppo effettivo se non si favorisce l'incontro tra i popoli, il dialogo tra le culture e il rispetto delle legittime differenze''.

''In questa ottica – ha aggiunto – perché non considerare l'attuale fenomeno mondiale migratorio come condizione favorevole per la comprensione tra i popoli e per la costruzione della pace e di uno sviluppo che interessi ogni Nazione?''

''Proprio questo ho voluto ricordare nel messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato nell'Anno giubilare Paolino – ha spiegato ancora Ratzinger – le migrazioni invitano a mettere in luce l'unità della famiglia umana, il valore dell'accoglienza, dell'ospitalità e dell'amore per il prossimo''. ''Ciò va però tradotto in gesti quotidiani di condivisione di compartecipazione e di sollecitudine verso gli altri – ha detto ancora il Papa – specialmente verso i bisognosi. Per essere accoglienti gli uni degli altri – insegna san Paolo – i cristiani sanno di dover essere disponibili all'ascolto della Parola di Dio, che chiama a imitare Cristo e a restare uniti a Lui. Solo in tal modo essi diventano solleciti nei confronti del prossimo e non cedono mai alla tentazione del disprezzo e del rifiuto di chi è diverso. Conformati a Cristo, ogni uomo e ogni donna vengono visti come fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre''.

Intanto, il Vaticano apre ai preti anglicani sposati. Tra quelli che decideranno di lasciare la loro confessione per entrare nella Chiesa cattolica potranno conservare il loro status sacerdotale, stabilisce la Costituzione apostolica ''Anglicanorum Coebitus'', pubblicata oggi dalla Santa Sede. La norma, già annunciata nei giorni scorsi dal card. William Levada, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha oggi l'imprimatur ufficiale della Santa Sede che istituisce l'istituto degli ordinariati personali. Si tratta di strutture che permetteranno agli anglicani di conservare elementi della propria confessione e allo stesso tempo di essere in comunione con il Papa.