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Inaugurato il monumento alle vittime del manicomio

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Inaugurato il monumento alle vittime del manicomio

Una giovane, seduta accanto ad un libro aperto, che lancia il suo sguardo verso una porta spezzata. E' questa la simbologia scelta dagli autori del monumento dedicato alle vittime della violenza del manicomio inaugurato questa mattina nell'area dell'ex ospedale psichiatrico, che oggi ospita la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università. L'inaugurazione del monumento è stata l'atto conclusivo dei tre giorni di iniziative organizzate dal Centro per la Promozione della salute "Franco Basaglia" e dedicate al tema della salute mentale, a trent'anni dall'approvazione della legge 180. Il monumento, interamente in marmo, è opera degli scultori Matteo Maggio e Paolo Bacci ed è stato scoperto dal professor Agostino Pirella, direttore dell'ospedale psichiatrico di Arezzo che ha guidato il processo che ha portato alla sua chiusura. Prima della scopertura del monumento ci sono stati gli interventi delle autorità presenti, coordinati dal dottor Cesare Bondioli del centro "Basaglia", con il saluto dell'Assessore provinciale Emanuela Caroti, dell'Assessore Emiliano Cecchini del Comune di Arezzo, del Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Camillo Brezzi, dei rappresentanti della Regione Toscana e della Asl 8 e di uno degli ex ricoverati del manicomio che, in un intervento davvero emozionante per tutti i presenti, ha ringraziato per tutto quello che è stato fatto con la chiusura della struttura ed il reinserimento degli ex degenti nella società. Il monumento ha poi ricevuto la benedizione del Vescovo Monsignor Gualtiero Bassetti, che ha ricordato anche la sua esperienza nella parrocchia fiorentina di San Salvi dove si trovava l'ospedale psichiatrico della città. Dopo l'inaugurazione i numerosi presenti hanno visitato il percorso "Memoria dei tetti rossi" con la ricognizione degli edifici che erano sede di reparti psichiatrici davanti ai quali sono stati posti pannelli che ne ricordano le funzioni svolte. "E' di particolare significato il fatto che questo oggi sia diventato luogo di cultura e di studio con la sede universitaria – ha affermato il professor Camillo Brezzi -, e lo è ancora di più se pensiamo che anni fa il progettista incaricato di redigere il piano strutturale del Comune aveva previsto la demolizione di queste palazzine. Per fortuna che gli amministratori dell'epoca furono lungimiranti, e di questo li ringrazio", ha concluso Brezzi.