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Iran, ancora proteste

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TEHERAN – Continuano oggi a Teheran per il sesto giorno consecutivo le proteste dei sostenitori del candidato presidenziale dichiarato sconfitto Mir Hossein Moussavi, contro le frodi elettorali. La rete pro Moussavi ha invitato i manifestanti a riunirsi davanti all'ufficio di rappresentanza dell'Onu per poi proseguire verso una piazza del centro di Teheran. Moussavi ha proclamato per oggi un giorno di lutto, in memoria degli almeno sette manifestanti che sono stati uccisi.

Ai manifestanti è stato chiesto di marciare in silenzio, dato che non vi è bisogno di ripetere la richiesta di annullare il voto. Ripetuti appelli sono stati fatti ad evitare slogan d'insulti contro il presidente Mahmoud Ahmadinejad, la cui contestata rielezione ha provocato l'accusa di estesi brogli.

Vi è intanto molta attesa per il sermone che il leader supremo iraniano Ali Khamenei terrà domani all'università di Teheran in occasione della preghiera del venerdì. Khamenei ha inizialmente benedetto la vittoria di Ahmadinejad, ma ha poi esortato il Consiglio dei Guardiani ad esaminare il ricorso presentato da Moussavi contro gli esiti del voto.

Intanto Ibrahim Yazdi, che nel governo iraniano ad interim del 1979 è stato vice primo ministro e ministro degli Esteri, è stato prelevato dal suo letto di ospedale nelle scorse ore e condotto in carcere dalle autorità di Teheran. Lo riferiscono alla Cnn i familiari di Yazdi, che vivono negli Stati Uniti, spiegando che l'arresto sarebbe avvenuto ieri e che l'uomo 76enne è malato di tumore e ha bisogno di un monitoraggio continuo. Yazdi è segretario generale di un gruppo di opposizione, il Movimento per la Libertà in Iran, e il suo arresto sembra legato all'attuale situazione politica nel Paese, dove da giorni l'opposizione continua a protestare contro la rielezione di Ahmadinejad.

"Sapevamo che questa era una possibilità", ha dichiarato alla Cnn la figlia dell'attivista, Lily Yazdi, che vive in California. La donna ha ricordato che solo il giorno prima le autorità iraniane avevano arrestato suo zio Mohandas Tavassoli, anche lui coinvolto nel Movimento per la Libertà in Iran, e ha riferito il racconto di sua madre su un'incursione di paramilitari Basij nella loro casa a Teheran.

Una volta resisi conto che Yazdi non si trovava nell'abitazione, si sono diretti in ospedale. Secondo la nipote di Yazdi, Atefeh Yazdi, l'arresto sarebbe legato ad alcune dichiarazioni rilasciate dal nonno, che dopo le elezioni del 12 giugno aveva dato per imminente un'altra rivoluzione in Iran.

Ibrahim Yazdi era uno stretto collaboratore dell'ex Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ruhollah Khomeini. Ha assunto di recente posizioni liberali che gli sono valse l'inimicizia dell'attuale governo. Sul sito del Movimento per la Libertà in Iran si legge che l'obiettivo del gruppo è "portare libertà, indipendenza e democrazia alla nazione iraniana, sulla base di un'interpretazione moderna dei principi islamici". Il movimento dà notizia oggi dell'arresto di Yazdi insieme ad altri 15 membri del gruppo, prelevati dalle loro abitazioni in tutto l'Iran.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Aki/Ign