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Iran, la tv di Stato ammette: oltre 15 morti

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TEHERAN – Sarebbero almeno 15 i manifestanti morti ieri a Teheran negli scontri tra polizia e dimostranti anti-governativi scesi in piazza in occasione delle celebrazioni dell'Ashura contro il regime di Ahmadinejad. Lo ammette la tv di Stato 'Irib' citando il ministero dell'Intelligence iraniano, mentre l'emittente pubblica in lingua inglese 'Press Tv' ridimensiona il bilancio a otto vittime. Tra i morti, secondo i servizi segreti, "più di dieci appartenenti ai gruppi controrivoluzionari" e "cinque a gruppi terroristici". Ucciso anche un nipote del leader dell'opposizione Mir-Hossein Mussavi, Seyyed Ali Mousavi, morto a causa di un colpo d'arma da fuoco in piazza Enghelab.
Nonostante la repressione durissima, l'opposizione sembra intenzionata ad andare fino in fondo. Gli scontri sono durati tutta la notte e questa mattina la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere un gruppo di sostenitori del leader riformista Mousavi che si era radunato di fronte l'ospedale 'Ebn-e Sina' della capitale, dove si dovrebbe trovare il corpo senza vita di Sayyed Ali Mousavi. Ma, stando a quanto hanno riferito due siti web dell'opposizione, la salma sarebbe stata trafugata poche ore prima dei suoi funerali per evitare che fosse appurato che la sua morte è avvenuta a causa di un colpo d'arma da fuoco.
Numerosi gli arresti: almeno 300 dimostranti, stando a quanto hanno riferito fonti dell'opposizione. A finire in manette all'alba, anche l'ex ministro degli Esteri Ebrahim Yazdi, segretario del partito politico d'opposizione 'Movimento per la libertà' (Nehzat-e Azadi), già messo agli arresti per 72 ore anche dopo le elezioni presidenziali di giugno. Lo riferisce il sito riformista 'Rahesabz' spiegando che le forze dell'ordine sono arrivate intorno alle tre di notte a casa dell'uomo politico e lo hanno portato via. Yazdi è uno degli ex fedelissimi dell'ayatollah Ruhollah Khomeini ed è una delle voci più critiche rispetto al governo di Mahmoud Ahmadinejad.
Sempre secondo quanto riferisce 'Rahesabz', sono stati arrestati anche l'hojjatoleslam Mousavi-e Tabrizi e alcuni suoi stretti collaboratori, noti membri dell'Assemblea dei ricercatori della città santa di Qom, un organo politico-religioso vicino al fronte riformista. Arrestati anche Mohammad Baghriyan e Ghorban Behzadian-Nejad, due stretti consiglieri di Mousavi. Secondo la stessa fonte, la polizia stamane avrebbe arrestato anche Emad Baghi, noto attivista iraniano per i diritti umani in Iran, e Alireza Beheshti Shirazi, editore del quotidiano 'Kalemeh', molto vicino al leader dell'opposizione.
Più tardi agenti la polizia iraniana ha fatto irruzione nella sede della fondazione 'Baran' dell'ex presidente iraniano Mohammad Khatami, arrestando due persone, tra cui un ex ministro, e sequestrato numerosi documenti. Lo rende noto 'Parlemanews', il sito dei deputati riformisti.
Sospeso da stamattina il servizio sms a Teheran. Disattivato dalle forze governative anche il servizio Messenger di Yahoo, molto utilizzato dai giovani iraniani, mentre la rete Internet è particolarmente lenta. Il servizio sms era stato disattivato anche l'11 giugno, alla vigilia delle elezioni presidenziali, per essere poi riabilitato solo il 23 luglio. Durante gli ultimi mesi il 'movimento verde' riformista si è spesso avvalso della rete per organizzare le sue manifestazioni e per diffondere informazioni, foto e video sulle proteste e sulla repressione delle autorità.
Dura la condanna dell'amministrazione americana. "Condanniamo con forza la violenta ed iniqua soppressione di civili che cercano di esercitare i loro diritti universali in Iran", ha detto il portavoce del National Security Council, Mike Hammer. "Governare tramite violenza e paura non è mai giusto", ha sottolineato ancora Hammer, per il quale questo rivela un maggior timore da parte di alcuni governi "delle aspirazioni della propria gente che della potenza di altre nazioni".
Intanto la Banca Centrale iraniana ha annunciato che saranno dichiarate nulle tutte le banconote sulle quali compaiono scritte o slogan contro il governo. Il provvedimento è stato comunicato alla popolazione attraverso una nota diffusa oggi dal quotidiano ultraconservatore 'Jomhuri- e Eslami' ed entrerà in vigore "dall'inizio della prossima settimana (sabato secondo il calendario persiano, ndr)". Scrivere slogan anti-governativi sulle banconote è stato finora una delle forme di protesta dello schieramento riformista. Anche nei mesi che hanno preceduto la rivoluzione contro lo Shah, Reza Pahlavi, avvenuta nel 1979, i dimostranti esprimevano il loro dissenso contro il regime scrivendo sulle banconote i nomi dei leader della rivoluzione islamica.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign