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L’associazione cuochi di Arezzo a Sarsina

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L’associazione cuochi di Arezzo a Sarsina

In ‘passerella’ nella suggestiva cornice della sala degli affreschi dell’hotel Al Piano di Sarsina (Fc) il ‘Tortino al cioccolato’ del presidente dell’Associaizione Cuochi di Arezzo e discepolo di Escoffier Roberto Lodovichi, presentato nell’occasione dalla pierre dell’Associazione Rossana Del Santo, nell’ambito della rassegna ‘Diavoli e Santi a bagnomaria’, tenutasi nella città plautina ed organizzata dal Patto Territoriale dell’Appennino Centrale.
Unitamente al cuoco aretino, in ‘passerella’ Pierluigi Manfroni, chef patron del Bersaglio di Città di Castello (Pg) che ha deliziato i palati degli astanti con la rivisitazione di una deliziosa ‘pappa al pomodoro’, Riccardo Agostini del ristorante Il Piastrino di Pennabilli (Pu), che ha elaborato degli squisiti ‘cappelletti di ricotta in brodo di sambuco, lamelle di prugnolo e germogli’, Claudio Averardi e Gabriele Russo del ristorante Al Piano con un indimenticabile ‘agnello stufato con lischi e polenta brasata’ e Giuliana Saragoni della Locanda del Gambero Rosso’ di San Piero in Bagno (Fc) con i suoi classici ‘dolci del parco delle foreste Casentinesi’.
“La rassegna culinaria di Sarsina ha preso spunto dal libro della tegoletina Antonietta Milani ‘Angeli e Santi a bagnomaria’ scritto per il millenario della cattedrale di Sarsina, celebre perché conserva nel suo interno il collare di San Vicinio – dice Roberto Rossi, presidente del Patto Territoriale dell’Appennino Centrale – è una nuova idea di sviluppo di un progetto finalizzato a focalizzare l’obiettivo di vivere e approfondire i territori del Patto in un’ottica di sistema di eccellenze, ovvero il tartufo e i prodotti tipici del comprensorio, la natura tranquilla e suggestiva, le città e i borghi con i loro tesori nascosti, l'artigianato di qualità, le tradizioni, il folklore e la cucina. Un viaggio alla scoperta di una parte dell’Appennino Centrale, le cui prelibatezze sono state esaltate in un’inebriante avventura di ‘gusto’ finalizzata alla riscoperta della tradizione e dei prodotti tipici dell’Appennino centrale da parte di blasonati chef o giovani emergenti i cui locali aprono le porte lungo la Strada del Tartufo d’Italia e d’Europa della quale fanno parte alcune nostre vallate aretine”.

Articlolo scritto da: Claudio Zeni