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La Germania va al voto

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BERLINO – Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha chiuso ieri la campagna elettorale a Berlino, auspicando un futuro governo guidato dal suo partito cristiano democratico (Cdu), in alleanza con i liberali (Fdp). In tempi di crisi "la Germania non può permettersi esperimenti, la Germania ha bisogno di stabilità ed è questo che vogliono la Cdu, la Csu (formazione sorella bavarese) e l'Fdp", ha detto la Merkel, salita sul podio poche ore dopo il ritorno dal G20 di Pittsburgh.

Il cancelliere tedesco ha poi rivolto un appello generale ad andare alle urne, diretto in gran parte a quel terzo dell'elettorato ancora indeciso. Malgrado la Cdu-Csu sia accreditata in testa, al 33%, non è infatti detto che riesca a governare con i liberali e che alla fine non debba tornare all'attuale Grosse Koalition con i socialdemocratici.

Nel suo comizio di chiusura a Dresda, il leader del partito socialdemocratico (Spd), Frank Walter Steinmeier, ha intanto invitato i suoi elettori a non arrendersi. "I risultati elettorali saranno molto diversi da quanto è stato previsto settimane fa", ha detto Steinmeier, secondo il quale "bisogna impedire una coalizione nero-gialla", ovvero quella fra cristiano democratici e liberali. Mentre il leader liberale, Guido Westerwelle, ha chiuso la campagna a Colonia dichiarando che queste sono "le ultime ore del partito all'opposizione".

Sono circa 62 milioni gli elettori tedeschi chiamati oggi alle urne per rinnovare la Camera bassa del loro parlamento, il Bundestag, a conclusione di una campagna elettorale i cui protagonisti sono apparsi più prudenti che combattivi e gli elettori citati dai sondaggi particolarmente indecisi.

L'unica certezza alla vigilia del voto è dunque che nessun partito otterrà la maggioranza assoluta dei consensi, e quindi che a governare la Germania sarà una coalizione, un'intesa tra i partiti che si ritiene entreranno in parlamento, Cdu/Csu, Spd, Fdp, Verdi, Die Linke.

Diverse le ipotesi, su alcune delle quali sono tuttavia state poste pregiudiziali dai leader di partito. Per altre sembrano mancare i numeri. La grande coalizione, che ha governato la Germania negli ultimi quattro anni, sembra l'ipotesi più realizzabile visti gli esiti dei sondaggi. La Merkel ha tuttavia sottolineato a più riprese che non intende ripetere l'esperienza, e lo stesso candidato socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier ha messo in chiaro che non punta a farla proseguire, anche se di fatto per la Spd non sembrano esserci alternative facilmente praticabili per restare al governo.

Tra i punti oggetto di dissenso, le tasse (la Merkel vuole ridurle, Steinmeier lo considera 'illusorio'), i salari minimi (difesi dalla Spd e respinti dalla Cdu) e il futuro dell'energia nucleare (la Merkel vuole prolungare il funzionamento delle centrali oltre il 2022, la Spd vuole chiuderle progressivamente come deciso con Schroeder). La Merkel e Steinmeier sembrano tuttavia aver voluto lasciar aperto uno spiraglio nel corso dell'unico dibattito televisivo preelettorale concesso, criticato per i toni decisamente morbidi usati l'uno nei confronti dell'altra.

La posizione della Merkel sul nucleare pesa su un'eventuale coalizione 'Giamaica', così definita perché riprenderebbe i colori della bandiera dello stato insulare caraibico: ne farebbero parte infatti i Verdi oltre ai Cristianodemocratici e Fdp (questi ultimi sulla stessa linea della Cdu in materia di nucleare).

Per restare al governo senza la Cdu, la Spd potrebbe allearsi con i Verdi e la Fdp in una cosiddetta coalizione 'semaforo' (il rosso della Spd, il giallo della Fdp, il verde degli ecologisti). Una soluzione esclusa dal leader dei Liberali, Guido Westerwelle. Oppure ci sarebbe la possibilità di una coalizione rosso-rosso-verde, ossia un'alleanza con i Verdi e con Die Linke, la Sinistra, il partito che ha visto costantemente crescere i suoi consensi nelle ultime settimane. Ma tale ipotesi è stata più volte esclusa dalla leadership socialdemocratica per quanto riguarda il governo federale – mentre viene considerata praticabile a livello regionale – e di fatto anche dai vertici del partito Die Linke.

A favorire la possibilità di veder nascere coalizioni finora inedite per il panorama politico tedesco è la tendenza a una minore concentrazione dei voti sui partiti più forti, "perché la crisi economica e finanziaria ha trasformato tutti i presupposti politici e sociali dei paesi democratici e questo cambia il modo di porsi di fronte al voto", spiega – parlando con la Dpa – il politologo Ignacio Sotelo. Stando ai sondaggi, Cdu e Spd insieme otterrebbero il 60% circa dei consensi, non più l'80% su cui avrebbero potuto contare in passato.

A beneficiarne, sottolinea Sotelo, sono le formazioni minori, anche perché l'erosione dei partiti maggiori è destinata ad aumentare. La tendenza della politica tedesca sarà quella "di una sempre maggiore dispersione e della nascita di coalizioni finora impensabili". Gli ultimi sondaggi – realizzati da Forsa e Allensbach – davano la Cdu al 35%, 24-26% alla Spd, 13-13,5% alla Fdp, 11% ai Verdi e 10-11,5% al partito della Sinistra.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign

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