Home Cronaca La ‘Pinar’ bloccata nel canale di Sicilia

La ‘Pinar’ bloccata nel canale di Sicilia

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ROMA – E' ancora fermo a Sud di Lampedusa il mercantile 'Pinar', che giovedì scorso ha caricato a bordo circa 150 immigrati clandestini trovati in difficoltà mentre cercavano di attraversare su alcuni barconi il canale di Sicilia. Da allora la 'Pinar' è ferma a circa 20 miglia a sud dell'isola delle Pelagie.

Asik Tuygun, il comandante del mercantile finito al centro di un braccio di ferro diplomatico tra il governo italiano e le autorità maltesi – entrambe hanno negato l'autorizzazione all'approdo ' è in attesa di capire quale sarà la sorte dell'equipaggio e degli extracomunitari. A bordo del mercantile ci sarebbero anche 35 donne, delle quali due incinte e 13 uomini dell'equipaggio.

''Non lasceremo che la situazione umanitaria, che adesso è assolutamente sotto controllo, degeneri. Però non possiamo neanche continuare a subire una situazione ambigua, in cui ci prendiamo sulle spalle compiti che spettano ad altri Paesi, destinatari di finanziamenti da parte della Ue proprio per questa attività di soccorso''. Roberto Maroni (nella foto) in un'intervista ad 'Avvenire', parla della situazione della nave 'Pinar'.

Il ministro dell'Interno invoca l'intervento dell'Unione europea e punta l'indice contro il comportamento ''scorretto e censurabile'' del governo di Malta che deve ''fare il suo dovere''. Maroni spiega che la situazione sulla nave ''è sotto controllo'' e ''non c'è nessuna emergenza''.

Non è vero, cioè, che manchino l'acqua e i viveri, né che ci siano persone in gravi condizioni di salute. ''In ogni caso i nostri uomini solo lì, attorno alla nave, pronti ad intervenire per qualunque evenienza'', assicura. ''Se dovessero accadere fatti nuovi è chiaro – insiste il titolare del Viminale – che non lasceremo quelle persone in balia del mare, c'è già pronto un piano per portare la nave in un porto della Sicilia''. ''Il problema non sono 150 clandestini, ma l'applicazione non corretta, vorrei dire 'mediterranea', degli accordi internazionali ed europei da parte di Malta'', rimarca Maroni.

E spiega: ''Le acque internazionali del Mediterraneo sono divise in zone di competenza per quanto riguarda l'attività di soccorso e salvataggio (Sar) ed è stata la stessa Malta a chiedere, visto che l'Ue finanzia queste operazioni, di avere un'area di competenza che arriva fin sotto a Lampedusa''. ''Allora bisogna chiedersi: e' normale che un Paese che ha la responsabilita' del soccorso nella zona di mare di sua competenza, poi faccia sbarcare i clandestini nel porto di un'altra nazione''',chiede Maroni.

In questo caso La Valletta ha individuato il porto di Lampedusa ''in modo scorretto e censurabile, perché non hanno sentito nemmeno il dovere di avvertire il nostro governo''. ''Dopo aver parlato con Berlusconi e Frattini – spiega Maroni – ho chiesto al commissario Ue per la Sicurezza una riunione urgente del consiglio dei ministri dell'Interno per definire una volta per tutte questa annosa questione''.

''Perché la 'Pinar' non è un caso isolato: non è giusto che noi sopportiamo peso e costi di operazioni che spettano ad altri. Malta è entrata nell'Unione europea e deve fare il suo dovere''.

Quanto all'accordo con la Libia, Maroni spiega che ''non è ancora operativo''. ''La settimana scorsa i nostri esperti sono stati in Libia per definire gli ultimi dettagli. Nei prossimi giorni verrà a Gaeta per l'addestramento il personale libico incaricato del pattugliamento. Tra meno di un mese – assicura il ministro dell'Interno – inizieranno i controlli e contiamo di ridurre notevolmente il traffico di clandestini verso il nostro Paese''.

Articlolo scritto da: Adnkronos