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La Russia vieta Winnie the Pooh versione nazi

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MOSCA – La Federazione Russa è scossa dall'estremismo poltico e religioso e a farne le spese è Winnie the Pooh. Il popolare orsetto di pezza – creato in Germania agli inizi dell'800, divenuto negli anni '30 del secolo scorso un personaggio di libri per bambini e successivamente portato sullo schermo da Walt Disney – è finito nella lista dei materiali estremisti vietati dal governo della Federazione Russa per una foto che lo ritrae con al braccio una fascia con la svastica. Nell'elenco, insieme al personaggio dei cartoon in versione nazi, pubblicazioni di propaganda antirussa, di estrema destra, xenofobe e di fondamentalismo islamico.

Sono 414 gli oggetti 'incriminati' nella lista, pubblicata online sul sito del Ministero della giustizia russo, di cui è vietata l'importazione, la diffusione e la detenzione. Chi viola il divieto rischia dai 3mila rubli – circa 70 euro – e 15 giorni di arresto, se si tratta di una persona, a 100mila rubli – circa 2200 euro – e 90 giorni di sospensione forzata delle attività se è una persona giuridica, come nel caso di associazioni o organizzazioni politiche o religiose. Pene pesanti, se si considera che il reddito medio mensile in Russia è di gran lunga inferiore ai 500 euro. Inoltre, possedere gli oggetti vietati viene considerato un'aggravante in caso di delitti violenti, come le aggressioni, sempre più frequenti, nei confronti di cittadini appartenenti a minoranze etniche o di immigrati.

L'elenco, il più lungo pubblicato ad oggi, è stilato in base alle sentenze di condanna di tribunali contro singoli o gruppi accusati di azioni di estremismo politico, religioso ed etnico. Secondo giuristi ed esperti di comunicazione, la lista vieta troppo materiale e lo descrive in modo troppo generico e si presta, soprattutto nel caso di pubblicazioni religiose islamiche, ad interpretazioni estensive e arbitrarie. L'elenco potrebbe essere utilizzato per vietare oggetti o pubblicazioni che non sono esplicitamente menzionati, ma che, in qualche modo, possono richiamare indirettamente tematiche anti-governative considerate estremistiche. Teoricamente 'pericolose', ad esempio, potrebbero diventare le bandiere di paesi stranieri, come quella della Georgia – contro la quale il Cremlino conduce, dopo il conflitto del 2008 per le repubbliche separatiste a maggioranza russa dell'Ossezia del Sud e dell'Abkazia, una sorta di 'guerra fredda' – o simboli religiosi, come la croce ortodossa, utilizzata dai suprematisti russi più fanatici.

Il sospetto di molti è che, dietro i divieti, si nasconda il tentativo dell'esecutivo guidato da Vladimir Putin di 'normalizzare', dopo la fine del totalitarismo sovietico, un'opinione pubblica sempre più informata e cosciente dei propri diritti, comprimendo in maniera sotterranea gli spazi già angusti riservati in Russia alla libertà di parola e di critica nei confronti dell'azione di governo. L'orsetto di pezza, popolarissimo in Russia, sarebbe dunque la vittima innocente di una manovra politica più ampia? Forse, ma certamente è in buona compagnia. Già nel 2007 il governo cercò di far chiudere un giornale che aveva ritratto in copertina l'allora presidente Putin con al braccio una fascia con la svastica.

Articlolo scritto da: Ign