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La sfida ‘verde’ di Obama, primo sì alla legge anti-emissioni

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La sfida ‘verde’ di Obama, primo sì alla legge anti-emissioni

WASHINGTON – La Camera dei rappresentanti Usa ha approvato con 219 voti a favore e 212 contrari la legge sui provvedimenti per invertire il processo di riscaldamento globale limitando le emissioni di gas a effetto serra e rendendo più efficiente la produzione e l'uso dell'energia. Si tratta di uno dei punti principali dell'agenda dell'Amministrazione di Barack Obama che anticipa di pochi mesi l'inizio dei negoziati per il nuovo accordo globale sulla limitazione delle emissioni dei gas a effetto serra previsto per dicembre a Copenaghen.

Sono 44 i deputati democratici ad aver votato contro, solo 8 i repubblicani ad aver detto 'sì'. E la Senato la battaglia si annuncia ancora più difficile. Il testo è stato oggetto di numerosi compromessi fino all'ultimo minuto che hanno portato organizzazioni ambientaliste come Greenpeace e Save the Earth a criticarne la versione finale.

Il voto della Camera è stato un passo ''storico, coraggioso e necessario'', ha dichiarato il presidente Barack Obama fortemente impegnato sul fronte della rivoluzione energetica, auspicando un veloce passaggio al Senato per arrivare a firmare la legge ''e poter dire, finalmente, che questo è stato il momento in cui abbiamo deciso di affrontare la sfida energetica e reimpossessarci del futuro dell'America''.

L'elemento più importante della legge, un testo complesso di 1.300 pagine, è il tetto alle emissioni di gas a effetto serra, via-via più basso, e la possibilità di scambio di quote di surplus fra le diverse realtà industriali e produttive, a costi sempre più elevati.

''In qualunque modo la metti, è una tassa'', ha dichiarato il deputato repubblicano, Joe Pitts, fra i maggiori critici della legge.

Gli Stati Uniti si impegnano così a ridurre del 17 per cento rispetto ai livelli del 2005, entro il 2020, le emissioni dei gas a effetto serra, e dell'83 per cento entro il 2050.

Le riduzioni delle emissioni dovranno iniziare nel 2012, quando il costo per l'autorizzazione a immettere nell'atmosfera l'equivalente di una tonnellata di anidride carbonica è stato fissato a 13 dollari, una cifra destinata a salire costantemente fino al 2050. Per i primi anni i ''buoni emissione'' saranno concessi in larga misura gratuitamente. Il Congressional Budget Office ha stimato in 175 dollari l'anno il costo medio per una famiglia americana nel 2020. I buoni emissione non consumati potranno essere immessi in un mercato che alcuni critici hanno paragonato per instabilità finanziaria ai derivati e che sarà gestito dall'Environment Protection Agency, la Commodity Futures Trading Commission, e la Federal Energy Regulatory Commission. Entro il 2020, il 20 per cento dell'energia consumata negli Stati uniti dovrà essere stato prodotta da fonti rinnovabili, anche se un terzo di questa quota potrà essere raggiunto rendendo più efficiente il sistema piuttosto che con l'installazione di nuovi impianti solari, eolici e geotermici. Diversi miliardi di dollari saranno stanziati per la ricerca e lo sviluppo di fonti rinnovabili e auto elettriche, per sussidi agli agricoltori che impiegano tecniche per catturare gas a effetto serra.