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Le “Segrete esistenze” di Armodio

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“Segrete esistenze” è la nuova mostra organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Arezzo al primo piano della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Piazza San Francesco. Protagonista è l’artista piacentino Armodio, al secolo Vilmo Reschenardi, ribattezzato così dal collega di “bottega” Gustavo Foppiani, pure lui piacentino anche se d’adozione, che evidentemente vide nell’amico qualcosa del tirannicida ateniese che, insieme ad Aristogitone, intorno al 514 – 513 a.C. cercò di porre fine al potere personale della famiglia di Pisistrato.
L’evento è curato da Giovanni Faccenda e si avvale del contributo poetico di Fabio Migliorati. Apertura: dal primo luglio, quando alle 18 è prevista l’inaugurazione, a domenica 26 luglio. L’orario è dalle 10.30 alle 18.30 tutti i giorni escluso il lunedì, l’ingresso è libero.
“Saranno mesi estivi di grande qualità – ha dichiarato l’assessore alla cultura del Comune di Arezzo Camillo Brezzi – con molte mostre. Questa, ci riempie di gioia. In primo luogo perché ospita le opere più recenti di Armodio, così da farci capire il suo percorso e le sue attuali ispirazioni; in secondo luogo perché Arezzo ha il privilegio di aprire le celebrazioni nazionali di questo pittore che si trasferiranno poi a Roma; per ultimo, ma non ultimo, perché Armodio regalerà alla Galleria Comunale una tra le più significative opere esposte”.
“Abbiamo sfalsato le opere come periodo di realizzazione – ha precisato Giovanni Faccenda – mantenendo tuttavia una filo conduttore poetico che ci fa cogliere adeguatamente i 30 anni di attività di Armodio, il pittore attualmente preferito da Vittorio Sgarbi. Caffettiere, libri, scarpe, soggetti immersi in un’atmosfera di rarefatta ironia dove non manca l’omaggio al ‘gigante’ che ci sta accanto: Piero della Francesca. Basta osservare il quadro ‘Una settimana’ per trovare una citazione velata della ‘Pala di Brera’. Una particolarità: il visitatore si soffermi non soltanto su quello che sta dentro ma anche sulla cornice. Molte sono realizzate dallo stesso Armodio attraverso una tecnica ‘artigianale’, intesa nel senso più vero del termine di lunga e paziente lavorazione”.
Chi è Armodio? “Qualcuno ha chiamato la mia opera ‘metafisica’ – ha sottolineato l’artista – altri ‘surrealismo padano’. In realtà sono il meno adatto a definirmi in quanto ritengo di avere molte referenze e padri spirituali. Tra di essi, non vorrei apparire scontato perché mi trovo ad Arezzo, annovero Piero della Francesca. Sulle opere posso dire che mi sento legato alle ultime realizzate perché restituiscono la stessa intensità con la quale mi trovo a pensarle”.

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