SALVADOR – Buone notizie per il bambino brasiliano di due anni ricoverato nei giorni scorsi con una cinquantina di aghi nel corpo. I chirurghi sono riusciti a rimuovere con successo i quattro più pericolosi, situati nelle regioni dei polmoni e del cuore del piccolo.
Il bimbo era stato ricoverato nei giorni scorsi in un ospedale di Barreiras, nello stato di Bahia. Secondo il resoconto della madre, Maria Souza Santos, il piccolo aveva iniziato a sentirsi male e a vomitare, ed era stato subito portato in ospedale. Dopo una serie di analisi, i medici hanno individuato ben cinquanta aghi all'interno del suo corpicino. Entrambi i polmoni del bambino sono stati perforati e il piccolo, ricoverato nel reparto di terapia intensiva, respirava soltanto grazie all'ausilio di macchinari. La madre, che lavora come donna delle pulizie, aveva dichiarato alla polizia che "non sa proprio come questo sia potuto accadere". Gli spuntoni erano stati infilati dal patrigno, poi arrestato, durante un rituale di magia nera.
L'operazione, durata cinque ore, è avvenuta nella tarda nottata di ieri. Le condizioni di salute del piccolo risultano ora stabili, ma rimane comunque in terapia intensiva. Gli aghi estratti dal corpicino sono lunghi 5 centimetri. "Sta bene, l'intervento è stato un successo", ha dichiarato Susy Moreno, portavoce dell'ospedale di Salvador, nello stato brasiliano di Bahia.
Nelle prossime settimane il bambino verrà sottoposto ad altre due operazioni per rimuovere gli aghi rimanenti. I medici brasiliani non riescono ancora a quantificare con certezza il numero di aghi presenti all'interno del corpo del piccolo. Gli spuntoni erano stati infilati nel corpicino del bambino dal patrigno, poi arrestato, durante un rituale di magia nera. Nella regione di Bahia, dov'e' presente una forte comunita' afro-brasiliana, queste pratiche esoteriche sono molto frequenti, soprattutto tra gli appartenenti al diffuso culto del Candomble.
Nella regione di Bahia, dov'è presente una forte comunità afro-brasiliana, queste pratiche esoteriche sono molto frequenti, soprattutto tra gli appartenenti al diffuso culto del Candomble.